Cosa vuol dire lo “-stan” alla fine di Pakistan e Uzbekistan

Una antica parola di origine indoeuropea che ha conosciuto una diffusione capillare in tutte le lingue che ne sono derivate. Ma ha mantenuto più o meno sempre lo stesso significato

…ma anche di Turkmenistan, Kirghizistan, Kazakistan e Afghanistan. È un suffisso di derivazione indoeuropea, come insegnano i linguisti, e vuol dire “luogo di”, “terra di”. Un significato intuibile, tutto sommato: Pakistan è “la terra dei Pak”, cioè dei “puri”, parola che fu inventata nel 1933 da Choudhary Rahmat Alì e che univa anche le iniziali (o quasi) delle terre di orientamento islamico: Punjab, Afghania, Kashmir, Sindh e Balochistan. Poi divenne un Paese con i suoi confini specifici. L’Afghanistan è la “terra degli Afghani” e il Turkmenistan è quella dei Turkmeni. Fin qui, tutto chiaro.

Il suffisso “-stan” deriva dal persiano ـستان‎ (-estān) e ha una storia lunga almeno 6mila anni: deriva dal medio persiano -stʾn’ (-estān), che a sua volta deriva dall’antico persiano (s-t-a-n /stāna/), che deriva dal proto-iraniano *stā́nam, mai attestato ma solo dedotto dai linguisti. La catena non è ancora finita: sempre secondo gli studiosi in precedenza c’era il proto-indo-iraniano *sthā́nam, che derivava da un ipotetico proto-indo-europeo *steh₂-(“stare in piedi”).

È la stessa parola che ha poi dato origine allo “stāre” latino e di conseguenza allo “Stato”, sia come essenza che come realtà geopolitica (ma anche allo “stadio” e alla “stazione”). Per questa ragione “-stan” e “Stato”, sia dal punto di vista del significato che dell’etimologia si equivalgono.

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