Potrebbe essere la svolta nel mondo dell’edilizia. I mattoni realizzati con urina umana – sì, proprio così – sono una scoperta, anzi la scoperta che potrebbe cambiare tutto. Costano poco, sono semplici da ottenere e presentano diverse gradazioni di resistenza. Come spiega il direttore delle ricerche dell’Università di Cape Town, Dyllon Randall (supervisor della vera realizzatrice della scoperta, la studentessa del master Suzanne Lambert), l’urina umana è “oro liquido”.
Rappresenta meno dell’1% delle acque di scarico domestiche ma contiene l’80% del nitrogeno, il 56% del fosforo e il 63% del potassio. Riuscire a reimpiegare queste sostanze senza disperderle nell’ambiente è già un grande risultato.
Per produrre i suoi mattoni, Suzanne Lambert si è servita di alcuni orinali piazzati nel campo, che contenevano anche una quantità specifica di idrossido di calcio, che insieme al fosforo produce, per reazione, una sostanza fertilizzante.
A quel punto il fertilizzante viene estratto e separato dal resto, mentre il liquido rimasto viene impiegato per la produzione di mattoni. Tutto si gioca su un semplice processo chimico: la sostanza (che contiene tantissima urea, presente in modo naturale nell’urina umana) viene mescolata a una certa quantità di sabbia e poi la si lascia riposare. In questo modo la soluzione viene colonizzata da un tipo di batterio che produce l’enzima chiamato ureasi. È il momento più importante: l’enzima agisce sull’urea e produce il carbonato di calcio (più o meno la stessa sostanza che rende così resistenti le conchiglie e i gusci di uova). Questo unisce le particelle di sabbia legandole insieme: più a lungo viene lasciato agire e più è solido il legame. Di conseguenza, i mattoni diventano più resistenti.
Insomma, il processo impiega pochissima energia (al contrario dei mattoni prodotti attraverso i forni), può contare su una fornitura di materia prima pressoché infinita (anche se per un mattone servirebbero circa 100 visite al bagno) e, soprattutto rende il mondo dell’edilizia meno caro e più sostenibile.