Quella tra Usa e Urss fu la corsa allo spazio del XX secolo. Adesso la competizione si è spostata a est e comprende due avversari inaspettati: Pakistan e India.
È una nuova sfida nel quadro di una rivalità politica molto accesa (ricordiamo che il confine più illuminato è quello che separa i due Paesi). Il Pakistan pianifica di mandare in orbita il primo astronauta del suo Paese entro il 2022. Non farà tutto da solo ma si affiderà alla tecnologia cinese, sia per i razzi che per le piattaforme di lancio.
L’India, invece, sta progettando una missione nello spazio autonoma il cui scopo, più che scientifico, è celebrativo: vuole conquistare lo spazio per festeggiare i 75 anni di indipendenza dal dominio britannico. Una scelta simbolica importante, anche dal punto di vista dei costi, che si aggireranno intorno a 1,3 miliardi di euro. E anche loro la lanceranno nel 2022.
Un anno molto affollato per i cieli terrestri, sembrerebbe.
Fino ad adesso sono solo tre i Paesi che hanno progettato una missione spaziale autonoma: gli Stati Uniti, l’Unione Sovietica e la Cina. L’India, con le sue ambizioni da potenza globale, mira a diventare la quarta. Del resto già nel 1984 aveva inviato nello spazio un suo astronauta (ma la nave era sovietica) e per il 2019 ha già deciso di fare una ricognizione nel polo sud della Luna. Ora c’è il traguardo del 2022, ma accanto a lei l’ingombrante vicino (con l’aiuto di Pechino) trama, più che di boicottare la missione, di guastarle la festa.