FanatismiLa più grande sciagura della musica? Sono i fan assatanati delle pop star

I fan sono creature irrazionali pronti ad attaccare a testa bassa chiunque si metta contro i propri beniamini (soprattutto i giornalisti che magari ogni tanto stroncano pure qualche disco). Un atteggiamento che non fa bene a nessuno, in primis agli artisti.

Chi scrive per mestiere lo sa, ci è già passato o sicuramente ci passerà. Quando si scrive di un disco, libro o qualsivoglia film, come il più onesto e libero dei pensatori, non vincolato ancora alla claustrofobica rete di leccaculismo a tutti i costi nei confronti del tal dei tali artista, si mette sempre in cantiere la possibilità di veder esaminata la propria critica sotto la più minuziosa delle lenti d’ingrandimento. Da parte dei fan. O fanatici che dir si voglia, che tenteranno di screditare a qualsiasi prezzo l’onesta intellettuale di chi scrive, pur di proteggere a spada tratta il proprio beniamino. E se l’album, film o concerto è un flop (o un’emerita schifezza, per non usare facili abbellimenti), chi ne scriverà in termini veritieri si vedrà tacciato di scontato rosicamento e incapacità di critica, nella più rosea delle previsioni.

In fondo cari miei, l’etere è pieno zeppo di entusiasmanti esempi che calzano a cappello. Come non ricordare gli insulti ricevuti da Marinella Venegoni (giornalistona di La Stampa) nel parlare dell’ultimo album della Pausini nazionale? Eh sì che la Venegoni è una delle penne migliori e più pregiate in Italia. Eh sì che il suo curriculum professionale parla per lei. Per i fan aver parlato male dell’ultimo album della loro artista del cuore la declassa ad incapace totale, con tanto di minacce manco tanto velate e consigli sul “cambiare mestiere”. Il punto focale non è certo il gusto del giornalista, ma l’impossibilità da parte di questi di poter esprimere una critica senza venire attaccati a male parole dai fan. Ma mettiamo da parte i fan della Pausini e avventuriamoci con spavalderia verso i fan dei reduci da talent. Ah che mondo meraviglioso i talent. Quanti artisti usa&getta vengono fuori da lì (ma questa è un’altra storia). I fan degli artisti da talent sono ancora più “ossessionati”, forse perché nati cresciuti e pasciuti a suon di schieramenti tv. Ne sa qualcosa Massimo Poggini, giornalista dal ricco carnet (e una vita intera nella redazione di Max), che si ritrova sovente a litigare con i fan degli “amiciani” sul suo sito Spettakolo. Siamo proprio in trincea: i fan a mitragliare da una parte e i giornalisti a doversi fare scudo dall’altra, colpevoli solo di aver espresso il proprio pensiero. E quando i fan iniziano a perseguitare letteralmente l’artista e chi lo “nomina invano” assomigliano sempre più a dei pazzi fanatici. Punto. Inutile cercare altre parole per descrivere quel compiacente mondo parallelo che si strugge nei confronti del proprio “idolo”, e che con il beneplacito dell’incoscienza si arrampica su sentieri di devozione assoluta, mista a incapacità di sano spirito critico. D’altronde fan non è altro che abbreviazione di “fanatic”, termine usato con accezione non propriamente positiva.

E se vi allacciate ai non troppo lontani trascorsi storici ritroverete paro paro tra i vostri meandri conoscitivi il termine tanto caro ai nazisti, “fanatik”, epiteto con cui si indentificavano tra di loro con fare compiaciuto, come racconta anche Jonathan Littell, nel suo capolavoro Le benevole.

È inutile cercare altre parole per descrivere quel compiacente mondo parallelo che si strugge nei confronti del proprio “idolo”, e che con il beneplacito dell’incoscienza si arrampica su sentieri di devozione assoluta, mista a incapacità di sano spirito critico. D’altronde fan non è altro che abbreviazione di “fanatic”, termine usato con accezione non propriamente positiva

In fondo non puoi che chiamare fanatica una persona che si riduce a vivere la propria vita in correlazione con l’artista che segue. Schiavo della sua passione. Ingabbiato alla sua passione oserei dire.

Se pensate che i fan rompano i coglioni solo per le recensioni negative vi sbagliate. Lo fanno anche per molto meno e anche con giornalisti e testate che sostengono da sempre il loro idolo. Sempre citando Massimo Poggini, è divertente (si fa per dire) ricordare come alcuni fan di Ermal Meta, il cui sito lo sostiene e venera quasi come un dio (a ragione, dico pure), abbiamo riempito di insulti il suo Spettakolo per un piccolo errore di stampa su un tweet che lo riguardava. Questa è follia. Fatevene una ragione. Siete pazzi. E degli insulti che ha collezionato Mela Giannini, a capo di Faremusic (il cui editore è nientedimeno che Alberto Salerno, autore e produttore tra i più grandi di sempre) dai fan della Amoroso? Chi conosce la sua ammirazione per “Sandrina” non può che strabuzzare gli occhi a queste parole. Ma cari miei (mi piace chiamarvi così) non si può criticare apertamente il suo nuovo lavoro e non aspettarsi dai fan sottili (ma manco tanto) riferimenti ad antipatie personali nei confronti del suo “neo” produttore. Volesse il cielo che una volta il fan accetti un parere diverso dal suo, e che non ci ficcasse dentro l’antipatia di chi scrive. Manco li cani.

Se pensate poi che siano esclusivamente gli adolescenti ad essere afflitti da fanatismo, vi sbagliate, e di grosso. Almeno per gli under 20 c’è una possibilità di redenzione, una speranza che crescendo abbandonino questo modo malato di vivere la propria passione. Che ne sarà invece dei trentenni, quarantenni e così via, una schiera di cosiddetti adulti che nei confronti del proprio beniamino si riduce al più idiota tra gli idioti dei bimbominkia? Eh non sto parlando di andare a un concerto, alla prima di un film o comprare un cd. Dai che ci siamo capiti.

Ma tornando al punto centrale della storia: siete sicuri che questa assordante devozione dei fan faccia davvero bene all’artista? Se la semplice e bella ammirazione sconfina nel fanatismo più becero non stiamo forse assistendo alla morte dell’ultimo baluardo di raziocinio?

Sto parlando, semmai finora non l’aveste compreso, di quelle menti umane che arrivano ad idolatrarne altre ed annientarsi per loro. Che fanno di una star o starlette quasi una divinità da plasmare a immagine di perfezione assoluta. Perfezione (che forse non sanno ancora) mica esiste.

Il perché vi scaldiate così tanto poi resta davvero un mistero: guardate che vi “toccano” il cantante, mica mammà!

Ma tornando al punto centrale della storia: siete sicuri che questa assordante devozione dei fan faccia davvero bene all’artista? Se la semplice e bella ammirazione sconfina nel fanatismo più becero non stiamo forse assistendo alla morte dell’ultimo baluardo di raziocinio? E al rincretinimento totale? E quando ciò accade, è qui che si leva forte e sentito il mio grido, mano sul cuore, lo dico: dai FANatici degli artisti Dio ce ne scampi e liberi. E così sia.

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