Le malattie sessuali esplodono, serve la contraccezione gratuita. Ma il Governo non vuole

Le conseguenze? Ci saranno più gravidanze indesiderate, più casi di malattie sessualmente trasmissibili, con costi sociali ed economici molto alti

In Gran Bretagna, dove sono abituati a fare analisi costi/benefici su qualsiasi cosa, è stato fatto uno studio per quantificare quanto “costa” allo stato una persona che non usa in modo consapevole la contraccezione.

Il risultato? Per ogni sterlina spesa per prevenire le gravidanze e fornire contraccettivi ne vengono risparmiate almeno undici.

Nel nostro Paese, invece, siamo molto indietro sul tema contraccezione, esattamente come sul tema dell’educazione sessuale e della salute sessuale nelle scuole.

La conseguenza è che negli ultimi anni in Italia le malattie sessualmente trasmissibili sono aumentate ad un livello incredibile.

Fino a pochi anni fa sifilide o la gonorrea sembravano appartenere ad un periodo storico passato, rimaneva l’Aids, anche se veniva ormai considerata una malattia del XX secolo, una malattia degli anni ’80 e ’90 ormai sconfitta o relegata a paesi subsahariani. E invece queste malattie non solo non se ne erano mai andate, ma sono cresciute a dismisura.

Qualche dato?

Negli ultimi anni il numero di infezioni da sifilide è aumentato del 400%, in Italia il numero di nuove infezioni da virus HIV è aumentato a quasi 4000 ogni anno, con picchi di 20% annui in regioni come la Lombardia, specie tra i giovanissimi e gli uomini eterosessuali over 50.

Dati altrettanto allarmanti ci sono per quel che riguarda epatiti e infezioni da virus dell’HPV, quello responsabile del tumore al collo dell’utero per le donne, che si può fermare con un vaccino o con il preservativo.

Siamo un paese in cui le persone non fanno sesso protetto e le malattie aumentano.

La soluzione? Rendere la contraccezione, sia ormonale che medica, gratuita e accessibile a tutti, specialmente ai più giovani, alle donne e a chi è già affetto da patologie mediche e a chi non ha un reddito sufficiente.

Se guardiamo poi all’altro lato del sesso sicuro, cioè la contraccezione ormonale e medica i dati sono altrettanto preoccupanti.

Secondo l’Istat solo il 14% delle donne sotto i 25 anni usa la pillola o altri contraccettivi ormonali, tra le donne in età fertile il dato sale solo al 22%, mentre solo il 16,7% delle coppie usa il preservativo e in generale il 30% delle coppie non usa alcun tipo di contraccezione, il 20% una coppia su cinque, usa il coito interrotto pensando che sia un metodo contraccettivo.

Già in campagna elettorale avevo proposto che il Pd facesse sua una proposta molto semplice che in alcune regioni, come l’Emilia Romagna, è stata approvata, rendere la contraccezione, sia ormonale che medica, gratuita e accessibile a tutti, specialmente ai più giovani, alle donne e a chi è già affetto da patologie mediche e a chi non ha un reddito sufficiente.

Non risolve il problema, ma sicuramente inizia a dare una mano.

Perché la contraccezione costa. E costa tanto.

In questi mesi ci ho lavorato e ho cercato di capire quanto sarebbe costato alle casse dello Stato un piano nazionale per la contraccezione gratuita.

Ho scritto la proposta e l’ho presentata nella legge di stabilità, non costerebbe molto (5 milioni, considerate che il fondo per il contrasto del cyberbullismo è di 50 milioni) e consentirebbe l’accesso alla contraccezione gratuita a milioni di persone, perché la riconoscerebbe come livello essenziale di assistenza.

Questo piccolo investimento permetterebbe di coprire le spese per la contraccezione a milioni di persone, a tutti i giovani sotto i 26 anni, alle persone che non raggiungono i 25.000 euro annui di reddito, alle donne che hanno partorito da poco o che hanno avuto una ivg entro sei mesi, alle persone affette da Hiv o da qualsiasi malattia sessualmente trasmissibile e ai detentori di protezione internazionale.

Sarebbe sicuramente solo un primo passo, ma sarebbe un passo fondamentale.

Il Governo e la maggioranza mi hanno chiesto di ritirarlo.

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