Il tramonto del pdPiazze piene, sondaggi flop: mai una gioia per il Partito Democratico

Paradossi della politica (ma non troppo): nemmeno le manifestazioni di Roma e Torino smuovono il consenso di cui gode il governo. Segnale di una crisi senza fine, per il Pd, che non riesce a capitalizzare nemmeno le piazze piene. La “nuova fase” è molto lontana, nonostante tutto

Il Partito Democratico si è mostrato rinvigorito dopo le manifestazioni degli ultimi giorni, in particolar modo per la risposta dei torinesi al raduno “Sì Tav” organizzato contro l’amministrazione Appendino, che ha richiamato più di 30 mila persone in piazza. Diversi esponenti politici e qualche osservatore hanno parlato dell’inizio di una “fase nuova”, suggerendo ripercussioni nazionali e una successiva ripresa delle forze d’opposizione.

Per il Pd, queste piazze piene sono sicuramente una buona notizia: ha riguadagnato forza nella narrazione mediatica e evidenziato un certo malcontento in città importanti governate dai 5 Stelle, sottolineando le difficoltà che i grillini continuano ad avere nell’arte del governo. Tuttavia, l’entusiasmo che abbiamo visto in questo weekend sembra eccessivo per diverse ragioni.

La presunta “nuova fase” che collegherebbe queste manifestazioni a una ripresa del consenso alle opposizioni nell’opinione pubblica è smentita da ogni sondaggio: le ultime rilevazioni mostrano infatti una stabilizzazione dei dati dei partiti di governo, dopo la leggera flessione successiva alle polemiche sul Def

Anzitutto, la presunta “nuova fase” che collegherebbe queste manifestazioni a una ripresa del consenso alle opposizioni nell’opinione pubblica è smentita da ogni sondaggio: le ultime rilevazioni mostrano infatti una stabilizzazione dei dati dei partiti di governo, dopo la leggera flessione successiva alle polemiche sul Def. Semmai, a tornare a scendere è proprio il Partito Democratico.
Certo, l’evidente crollo di popolarità delle due sindache di punta del MoVimento potrà indebolire ulteriormente Di Maio e i suoi, i quali però in questi giorni festeggiano l’assoluzione della Raggi, funzionale alla loro narrazione di “purezza”.

Non va poi trascurato il fatto che, nonostante la lettura mediatica sia andata in quella direzione, non si trattava di iniziative targate Pd: in particolar modo a Torino, la protesta è stata promossa in gran parte da esponenti della società civile e ha ricevuto adesioni importanti dal centrodestra. Nella manifestazione Sì Tav all’ombra della Mole ha partecipato anche la Lega, nell’inedita veste di oppositrice pubblica ai propri partner di governo.

Infine, se a Roma il bersaglio delle manifestazioni era stata la sindaca Raggi, a Torino la piazza colpiva l’amministrazione 5 Stelle guidata da Chiara Appendino. Due amministratrici importanti di due tra le più importanti città italiane. In entrambi i casi, tuttavia, le ragioni delle manifestazioni avevano carattere amministrativo e locale, e hanno aggregato il malcontento dell’elettorato cittadino. Le città in questione sono troppo rilevanti per non influenzare in alcun modo la politica nazionale. Ma non si tratta dell’anticamera di una nuova fase politica. Anzi: questa “nuova fase”, all’orizzonte, ancora non si vede.