Tanti hanno paura, anzi terrore, di parlare in pubblico. Una sensazione che, quando è visibile, si trasmette a chi guarda e rischia di rovinare tutto: empatia, comunicazione, affari. La soluzione in questi casi non è vincere la paura – che è impossibile – ma dominarla. Che, tradotto, significa non farla vedere: gli astanti non devono nemmeno subodorarla.
Prima di tutto, controllare il respiro. Quando si è agitati, il ritmo aumenta, il battito cardiaco accelera, l’emozione ha il sopravvento. Cosa fare, allora? Bisogna, prima ancora di cominciare il discorso, dedicarsi a lunghi respiri. Inspirare e, soprattutto, espirare: va fatto con lentezza, per evitare i piccoli respiri agitati, quasi come singhiozzi, che per il pubblico significano solo una cosa: sono agitato e, se continuerete a guardarmi, vi agiterete anche voi.
Anche se si tiene sotto controllo il respiro – e di conseguenza la voce – ci sono altri elementi che tradiscono il nervosismo. Ad esempio, il movimento generale del corpo. Per evitare guai, spesso, ci si pietrifica. È un antico riflesso istintivo, presente in tutti gli animali, che risponde al nome di freezing: la preda, quando sente avvicinarsi il predatore, si immobilizza. La tecnica, dal punto di vista evolutivo, si è trasmessa per via genetica anche all’uomo, e così, in situazioni di difficoltà – che il cervello interpreta come pericolo – scattano antichi meccanismi di autodifesa. Per risolverli, occorre lavorare sul movimento: sarà necessario staccarsi dalle poltrone, prima di tutto, e adeguarlo al ritmo del discorso. Si vedrà che ragionamento e ritmo del corpo agiscono all’unisono: i passi e le fermate forniranno una punteggiatura visibile e spontanea alle frasi. Bisogna cominciare, poi viene tutto spontaneo.
Un altro problema è l’ondeggiamento. Movimento classico di chi è sotto tensione, ha sempre un pessimo effetto sul pubblico. Infastidisce, distrae, allontana l’attenzione dello spettatore anziché coinvolgerlo. In quei casi è addirittura meglio l’opzione freezing. Che fare? La soluzione è semplice: stare solidi. Cioè assumere una posizione rilassata, allargare le spalle, avanzare un piede (poco) rispetto all’altro e poi piegare le ginocchia (come fa nel video questo tizio che vorrebbe assomigliare a Ibrahimovic). Quando ci si rialza, si sentirà un legame più forte con il pavimento. E di conseguenza una maggiore sicurezza.