Anche quest’anno abbiamo deciso di riproporre ai risparmiatori il nostro osservatorio sulle commissioni di performance. Perché abbiamo deciso di concentrarci su questa voce di costo? Perché riteniamo che essa sia particolarmente penalizzante per gli investitori, specialmente per coloro che si rivolgono all’industria finanziaria con l’obiettivo di gestire il risparmio nel medio e lungo termine.
Quando si seleziona un fondo o, in generale, si decide di investire, l’analisi dei costi dovrebbe essere uno dei fattori decisivi per indirizzare la propria scelta. Purtroppo questo aspetto viene spesso sottovalutato. Il 45% dei risparmiatori italiani dichiara di non sapere quanto e come il proprio consulente sia remunerato e il 37% di coloro che ricevono consulenza finanziaria crede che il servizio sia gratuito. Questi dati sono lo specchio dello scarso livello di educazione finanziaria del Paese, ma di certo la complessità delle strutture di costo non facilita affatto l’investitore finale.
Tra tutti i tipi di commissioni quelle di performance sono tra le più complesse da comprendere per l’investitore: esse sono infatti un costo variabile. Se il costo di un investimento è totalmente variabile non può essere valutato in anticipo e diventa ancora più complesso anticiparne l’impatto potenziale sul rendimento.