Sulle orme di TutankamonCosa ci racconta un antico calzino ritrovato in Egitto

Abbandonato per decenni in un cassetto del British Museum, è stato studiato da un team di esperti. Sulla base della sua colorazione hanno ricavato la sua età: intorno al VII secolo d. C.

Cercava antichi papiri, tombe non scavate e monumenti. E invece, il papirologo inglese John de Monins Johnson ha trovato un paio di calzini, pescandoli da una antica discarica egiziana durante gli scavi della città di Antinopoli. Così, tra il 1913 e il 1914 il calzino (rimasto senza compagno chissà da quanti secoli) è finito nel British Museum di Londra, conservando fino a questi giorni i suoi segreti.

Ci è voluto del tempo prima che un team di scienziati del museo cominciasse a studiarlo. Con un approccio poco invasivo (per capirsi, attraverso l’imaging multispettrale) hanno passato in esame i pigmenti dei suoi colori, cercando di ricostruire l’origine delle tinture. Il metodo aiuta a individuare anche quei colori che, a causa del tempo, non sono più visibili a occhio nudo.

Lo studio ha rivelato che, intrecciati in modo meticoloso, c’erano ben sette tipi di tinture. Tutte derivavano da tre componenti (la robbia per il rosso, il glasto per il blu e l’erba guada per il giallo) che, combinate insieme, creavano le diverse sfumature utilizzate. Un arabesco di colori, forme e tinte che risulta impressionante, soprattutto vista la ristretta misura del calzino. Secondo i ricercatori era stato fatto per i piedi di un bambino.

Arabesco, del resto, è parola corretta dal momento che – sulla base delle osservazioni fatte – il calzino risalirebbe più o meno al VII secolo d. C. quando il Paese era stato conquistato dalle truppe musulmane intorno al 641. A quell’epoca la tecnica prevalente, che precede uncinetto e lavorazione a maglia, era il Nailbinding, che è ancora utilizzato in alcune regioni del Centroamerica, i Balcani e i Paesi scandinavi. Ed era quella più indicata per separare l’alluce dalle altre dita. Creando le premesse, storiche e archeologiche, per l’avanzata delle infradito.

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