La passione delle facce buffe di fronte alla macchina fotografica è senza tempo. Perfino in epoca vittoriana, quando le restrizioni morali erano più forti e soprattutto il costo di uno scatto era molto più alto, in pochi riuscivano a resistere. La stranezza della posa, l’occasione di lasciarsi andare, la sfrontatezza del gesto ebbero la meglio in molti casi.
Certo, il concetto di “facce buffe” è più ampio rispetto a quello impiegato oggi. Visti i tempi, anche solo sorridere (o, peggio ancora, ridere) è considerato una “faccia buffa”. Di sicuro, era un comportamento inappropriato di fronte a una macchina fotografica.
Ci sono poi i casi, più eclatanti, di vere e proprie smorfie e boccacce, come quelle dello zar russo Nicola II, ai tempi in cui ancora aveva voglia di divertirsi (ignorava, il poveretto, la triste fine che avrebbe incontrato), o di simpatici signori con bastone e cilindro che alla mise elegante alternavano pose strane per prendersi un minuto di divertimento.
Erano altri tempi, la fotografia era ancora agli inizi ma tutte le manie contemporanee esistevano già. A riprova che la tecnologia migliora, ma l’essere umano no.