Muoversi in reteEcco come trovare i micro-influencer, online e offline

Come si fa nella pratica a distinguerli dalla massa, proporre una collaborazione, gestirli? Dove si va a cercarli? Regola importante: non trascurare chi ti circonda nella vita reale

In collaborazione con Make a Plan

La scorsa settimana abbiamo raccontato come nel mio lavoro quotidiano vedo crescere il ruolo dei micro-influencers e la compatibilità con gli obiettivi comunicativi di aziende di ogni dimensione, comprese startup e pmi.

Ti sarai chiesto però, una volta tenuto conto delle indicazioni generali su quelle che devono essere le caratteristiche desiderabili di un influencer che collabora con la tua impresa, come si fa nella pratica a distinguerli dalla massa, proporre una collaborazione, gestirli. Ma la prima domanda che ti sarai fatto è: dove si va a cercarli?

Primo punto: quello che cerchi, non è detto si trovi già nella tua orbita (leggere: follower, relazioni personali e professionali online e offline, stakeholder). Certo è che una prima valutazione sui profili presenti nel tuo network attuale non puoi trascurarla.

In questo senso, il primo step consiste, rispetto ai canali online, nell’ aprire la liste dei follower sui vari social, piattaforme, meetup in cui sei iscritto e andare oltre all’usuale scarsa attenzione con cui approcci le interazioni altrui.

Parti da chi ti pare abbia più interazioni e cerca di capire in che tempi avvengono, se avvengono sempre con le stesse persone, la qualità dei contenuti e delle interazioni fornite in risposta ai commenti, lo stile di interazione del nostro follower-potenziale influencer verso il proprio pubblico, la forza delle argomentazioni proposte da questo follower e quanto sono allineate con i tuoi valori, la capacità di engagement reale (i suoi follower sono reali o fake?) ecc. Un aspetto chiave è capire chi parla con chi: in questa fase stai esplorando e puoi procedere ancora “a naso”, sappi però che per fare le cose bene, esistono tool molto specifici, anche creati ad hoc, che analizzano ed estraggono informazioni strategiche da testi, immagini e che fanno esplorazione di network e di reti informali o servizi e tool di social media listening, a mio avviso fondamentali (un semplice strumento come Klear, ad esempio, è in grado di dirti rapidamente che tipo di pubblico ha una certa persona per genere, età, lingua, a che aria tematica appartengono le argomentazioni, se nella sua rete ci sono altri influencer..)

Parti da chi ti pare abbia più interazioni e cerca di capire in che tempi avvengono, se avvengono sempre con le stesse persone, la qualità dei contenuti e delle interazioni fornite in risposta ai commenti, lo stile di interazione, la capacità di engagement reale

Il secondo step consiste nell’andare a caccia attraverso la ricerca tramite hashtag, selezionando una ulteriore lista di profili che si propongono sulle tematiche di nostra ownership o rilevanti per il nostro brand o per il nostro target di arrivo.

Terzo step: ricerca i top account sui vari social in base alla tematica utilizzata, osserva il livello di interazione e vicinanza ai tuoi stakeholder e ai tuoi prospect: quanto, a un prima valutazione, una loro posizione incide o corrisponde agli orientamenti espressi da questi ultimi?

Quarto step: usa i tools online per cercare i blogger più interessanti: Google research, Markerly, HYPR, Ninja outreach, Insightpool ecc. Forse non sei un tecnico, ma puoi sempre esplorare.

Infine, non trascurare chi ti circonda nella vita reale: non è raro trovare nella propria cerchia persone molto influenti e poco avvezze alla tecnologia, che perciò non hanno profili aperti sui social o un sito.

Non trascurare chi ti circonda nella vita reale: non è raro trovare nella propria cerchia persone molto influenti e poco avvezze alla tecnologia, che perciò non hanno profili aperti sui social o un sito

Ci siamo, hai una lista di profili interessanti.

Ora ti consiglio di suddividerli in base ai loro punti di forza e debolezza rispetto ai tuoi bisogni comunicativi e di selezionarne un campione per provare ad ingaggiarli contattandoli e proponendo loro una collaborazione.

Ma prima di mostrare interesse in un eventuale “ingaggio” vero e proprio (che il più delle volte in questa fase è prematuro), prova a interagire con ognuno di loro e fai una sorta di test, sottoponendoli ad interazione su un tema a te caro per capire in modo genuino come questo potenziale micro-influencer lo affronta.

Traccia punti di forza e debolezza non solo in termini di capacità di argomentazione, interpretazione della richiesta e ricorso a vari riferimenti, ma in termini di linguaggio, tone of voice, interessamento espresso, capacità relazionali, capacità di engagement, promessa, creazione di un’aspettativa su una futura interazione. Il tuo obiettivo è metterti nei panni del suo follower.

Una dritta: se tutte le operazioni descritte possono essere svolte con maggiore professionalità da esperti del campo e attraverso tool specifici, questo non toglie che tu debba conoscere delle vie per crearti una prima consapevolezza dell’universo che ti circonda: quando domani sarai a una riunione o a un evento circondato da potenziali influencer e stakeholder e vorrai motivare le tue scelte strategiche, sarai solo, o magari potresti avere il tuo consulente al fianco, ma il tuo stakeholder vedrà te e nessun altro.

Per questo, non importa che tu sia in grado di fare una prima analisi di quello che ti circonda trasformando dati in informazioni, ma è di fondamentale importanza che tu sappia rilevare il valore relazionale, il coinvolgimento e l’insiderness reale di chi ti circonda, che tu sia attento a raccogliere input esterni e che pretenda dai tuoi consulenti la condivisione della ratio sulle scelte strategiche.

Passando invece al tema della gestione degli influencer e micro-influencer che supportano l’azienda in modo più o meno aperto, noto nel mio lavoro che, se tutti sono molto concentrati nel capire come e dove trovarli (accapigliandosi per avere delle esclusive che talvolta risultano essere di dubbio valore), solo quelli che hanno già a muovere i primi passi si confrontano con la vera big issue, ovvero come si mantengono nel day-by-day.

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