Oggi la bibliografia legata al life hacking, specie in lingua inglese, è assai amplia. C’è da dire però che forse non tutti i titoli sono all’altezza delle aspettative, anche perché a volte una certa retorica nordamericana prende il sopravvento. Tuttavia ogni tanto esce un libro, per così dire, folgorante.
Uno di questi si intitola “Rebel talent: why it pays to break the rules at work and in life” (2018, MacMillan) e ancora non è stato tradotto nella nostra lingua, nonostante la scrittrice sia italianissima: Francesca Gino, trentina, 40enne, docente della Harvard Business School, la più giovane ad aver mai ottenuto questo ruolo.
La tesi che sta dietro al libro è semplice e intrigante e si basa su tre parole chiave “Break, Transform, Create”, ovvero “rompere le regole per trasformare e creare”. La ribellione analizzata dalla Gino, docente di Economia Comportamentale, non è quella di chi distrugge l’ordine precostituito, bensì quella di chi, dopo aver analizzato e conosciuto profondamente le regole, elabora delle strategie per superarle, rendendo le proprie attività più consone a se stesso.
In un’epoca di standardizzazione, questo tipo di ribellione potrebbe sembrare un compito difficile, tuttavia Francesca Gino riesce nell’impresa analizzando i cinque elementi del talento ribelle: novità, curiosità, prospettiva, diversità e autenticità. Il talento ribelle è quindi molto in linea con i classici di economia comportamentale e nelle parte conclusiva del libro espone otto potenti principi di leadership ribelle tra cui quello di incoraggiare il dissenso costruttivo e le conversazioni aperte, imparare tutto e dimenticare tutto tornando ai fondamenti e favorire “incidenti felici” progettando luoghi di lavoro che consentano la collaborazione. I ribelli hanno il tempo di pensare e di meravigliarsi, anche quando sono completamente impegnati nel loro lavoro.