Se ordini il pranzo su internet in Islanda te lo porta un drone

È un servizio di consegna innovativo che permette di accorciare i tempi e tagliare i costi. Ma può funzionare solo con determinate condizioni, sia fisiche che architettoniche. E serve il permesso del vicino

La tecnologia ha creato i rider. E forse, adesso, sarà sempre la tecnologia a farli sparire. Almeno, in Islanda è già così. Le ordinazioni di fast-food possono venire recapitate da un drone. Si va sul sito, si sceglie la pietanza e poi aha, l’azienda che si occupa del trasporto con droni, lo recapita a casa. È un servizio veloce e, a quanto pare, economico.

La procedura è semplice: il drone viene inviato a destinazione. Sullo smartphone si può monitorare il suo volo. Quando poi arriva, non atterra ma cala, con una cordicella, l’ordinazione. E poi torna indietro (o prosegue con altre ordinazioni).

Non è una passeggiata, però. Ci sono delle regole abbastanza severe da rispettare. Prima di tutto, occorre che chi fa l’ordinazione abbia ottenuto in precedenza il permesso, da parte dei vicini, di far volare un drone sull’area.

Dopodiché, ci sono anche ostacoli fisici da considerare. I droni non volano con il brutto tempo e quando il vento soffia troppo. In più, funziona a Reykijavik perché è una città con edifici di dimensioni e altezze contenute. Ma in altri centri urbani, dove le case sono alte e i grattacieli abbondano, avrebbe fin troppi problemi.

Insomma, non si può ancora dire che sarà il mezzo del futuro. Oppure sì, ma per paradosso funzionerà solo nelle periferie e nelle campagne.

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