Ci sono un centinaio di buoi, qualche cavallo, diverse migliaia di pecore. Per il resto, ogni tanto passa qualche soldato per fare esercitazioni, una nave per portare i rifornimenti e – udite udite – anche qualche turista, che vuole godersi gli immensi prati dell’isola, la vista sul mare e la spiaggia, dove si possono avvistare leoni marini e qualche pinguino.
Signore e signori, questa è Pebble Island, una delle tante isolette delle Falkland, lontana solo 45 minuti di volo da Stanley, la capitale dell’arcipelago, e appena messa in vendita dai suoi proprietari, la famiglia Dean. I discendenti di John Markham Dean, attirato sull’isola dalle prospettive di guadagno della stagionatura del pesce circa 150 anni fa, quando la comprò tutta insieme a un paio di altre nei dintorni, hanno deciso di sbarazzarsene. Da decenni non abitano più lì e, a quanto pare, non sono nemmeno interessati ai (pochi) proventi che ottengono dall’affitto dei terreni ai contadini. A gennaio ci sarà l’asta.
“Siamo aperti a ogni offerta e non c’è una base da cui partire”, spiega Claire Harris, che comunque è sicura di guadagnare qualcosa più delle 400 sterline che il suo avo aveva speso ai tempi.
In ogni caso, non è la tipica isola da sogno che i miliardari potrebbero desiderare: spiagge incontaminate e caldo da costume da bagno. Lì fa freddo, si incontrano rottami della guerra tra Gran Bretagna e Argentina (c’è un aereo su una spiaggia che prende ruggine e, sotto il mare, una nave affondata a poche centinaia di metri), e anche a livello produttivo non si ricava granché. Ma chi ama paesaggi selvaggi e rurali immersi nella quiete avrà tutto ciò che desidera. Basta comprarlo.