Più attenti alle spese, anche se si tratta di uno dei prodotti made in Italy sognato a migliaia di chilometri di distanza. I turisti dello shopping tax free (esente dal pagamento dell’Iva per le spese sopra i 154,94 euro) quando vengono in vacanza in Italia comprano ormai sempre meno. Turbolenze finanziarie, sanzioni, embarghi, tensioni internazionali ed euro forte si sono abbattuti anche su un settore che finora ha trainato l’intero mondo del lusso tricolore. Solo nei primi nove mesi del 2018, secondo i dati di Altagamma e Global Blue, il comparto italiano ha registrato una flessione dell’8 per cento.
I cinesi, che da soli coprono ancora il 30% degli acquisti del mercato esentasse, hanno rallentato le compere in Italia del 5% rispetto all’anno scorso. I turisti russi fanno segnare addirittura un -15%, tra la debolezza del rublo, gli embarghi e le tensioni nei rapporti internazionali. Ma anche lo shopping tax free degli americani è calato del 4 per cento. Segno meno pure per la Corea del Sud (-15%) e i Paesi del Golfo (-16%). E le previsioni di Global Blue confermano questa tendenza anche nei prossimi tre mesi, vacanze natalizie e regali inclusi, a eccezione degli americani, che dovrebbero tornare a comprare da noi con un incremento del 16 per cento degli acquisti.
Mete predilette per i turisti del tax free shopping italiano, invece, sono quattro città, in cui si è concentrato il 70% del volume del settore: Milano al primo posto con il 35%, a seguire Roma con il 19%, Firenze con il 10% e Venezia con il 6 per cento.
Per la prima volta si sono affacciati al mercato tax free anche i turisti Millennial. Hanno un’età compresa tra i 18 e i 34 anni e rappresentano ormai il 31% del totale dei cosiddetti globe shopper, con un potere d’acquisto in aumento
Nonostante l’Europa continui a essere una delle mete di shopping predilette dai turisti internazionali – tanto che dal 2011 al 2018 il mercato del tax free shopping ha raddoppiato il suo volume – l’euro forte rispetto a dollaro e renminbi cinese ha colpito l’intero vecchio continente. Il tax free shopping ha rallentato dell’8% anche in Gran Bretagna e Spagna e addirittura del 13% in Germania. L’unico Paese europeo che nel 2018 ha fatto registrare il segno più è stata la Francia (+1%), grazie soprattutto agli acquisti del segmento con budget più alti, meno sensibile alle oscillazioni valutarie. Nel periodo gennaio-settembre 2018, le principali nazionalità, tranne i turisti russi, hanno prediletto principalmente i lussuosi boulevard parigini come destinazione di viaggio rispetto agli altri Paesi tradizionalmente considerati “mete di shopping”.
E per la prima volta si sono affacciati al mercato tax free anche i turisti Millennial, principali fautori dell’incremento francese. Hanno un’età compresa tra i 18 e i 34 anni e rappresentano ormai il 31% del totale dei cosiddetti globe shopper, con un potere d’acquisto in aumento. In un anno, hanno speso in media il 17% in più. Con scontrini che arrivano anche a superare i 51mila euro annui per i giovani con carte di credito più consistenti.
Perché nonostante il calo, si compra di meno, ma si spende di più: lo scontrino medio dei turisti internazionali a livello europeo è aumentato del 2% nell’ultimo anno. A conferma che i turisti con portafogli più consistenti non stanno poi a guardare così tanto se il tasso di cambio è più o meno favorevole.