Prima tutta l’Europa, poi parte dell’Africa, il Sudamerica e alcune zone della Cina. Questo era il grande piano di espansione della Germania. O almeno, quello che gli anglosassoni temevano che la Germania volesse.
Compilando le varie affermazioni rilasciate nel tempo da capi e comandanti tedeschi, hanno tracciato il quadro di un eventuale impero tedesco. La mappa (questa qui sotto, conservata alla Cornell University) risale con ogni probabilità al 1918 e parla chiaro.
Cornell University – PJ Mode Collection of Persuasive Cartography
I tedeschi avrebbero voluto il controllo dell’Olanda (“come alleato”) e di tutte le sue colonie. Questo spiega, per capirsi, l’ampia penetrazione in Africa. Paesi cui avrebbero aggiunto Camerun, Angola e Congo. Né va dimenticato il Nordafrica, ma non tutto: solo Marocco, Libia ed Egitto, da cui avrebbero controllato tutto il corso del Nilo.
In Asia puntavano al bacino tra i due fiumi in Cina, al posesso delle colonie asiatiche della Turchia, più entrambe le coste della penisola arabica (l’interno, desertico, non interessava) e le isole indonesiane. Il Sudamerica in toto passava a loro, che in più avrebbero esteso il loro dominio in quasi tutta l’Europa, con esclusione della Francia (almeno in parte), della Spagna e del Portogallo. E, come è ovvio, dell’Inghilterra.
È chiaro che una mappa del genere, che visualizza un sogno di pangermanismo forse un filo esagerato, rifletteva il timore inglese per la crescita e l’espansione tedesca, ancora vivo nonostante la sconfitta nella prima Guerra Mondiale – e del resto sarebbe riemerso vent’anni dopo. In più, gli inglesi temevano per l’integrità del loro impero coloniale e consideravano queste aspirazioni germaniste un affronto alla loro supremazia mondiale. La denuncia, insomma, era anche l’esposizione di una minaccia.