Ritmi naturaliEcco perché in primavera ed estate nascono più bambini

Il picco delle nascite nelle regioni temperate è collegato alle stagioni, cioè alle variazioni di temperature e di ore di luce. Tutta una questione di adattamento evolutivo

Si parte con un dato statistico: la maggioranza delle nascite avviene tra giugno e inizio novembre (almeno negli Usa). Non ci vuole un esperto di matematica per capire, fatti due conti, che il concepimento è avvenuto nei precedenti mesi autunnali e invernali.

A questo punto, però, serve un esperto di biologia per evitare di cadere nel pensiero successivo, cioè che il freddo, le coperte o le vacanze natalizie siano risultati propizi all’operazione di concepimento. Non è così, o meglio, non è solo così: la verità è che la riproduzione, per gli esseri umani come per tutti gli esseri viventi del pianeta, è un fatto stagionale.

Certo, non esiste una “stagione degli amori” umana. Eppure il concepimento avviene in modo più semplice durante le stagioni più fredde. La ragione, come per gli altri esseri viventi, è evolutiva: l’obiettivo è far nascere, nove mesi dopo, la prole in primavera o estate, cioè quando le risorse a disposizione per il sostentamento dei figli sono maggiori e il clima è migliore. Non è una scelta razionale, ma solo il risultato delle strategie di adattamento della specie.

Esaminando i dati, si vede come il picco delle nascite sia collegato anche alla latitudine. Nelle regioni nordiche, per capirsi, si tende a nascere prima (cioè a giugno-luglio), mentre in quelle meridionali avviene tra ottobre e inizio novembre. Anche qui, c’entra la stagionalità ed è collegato alle ore di luce.

Per diversi mammiferi – come ad esempio la renna – luminosità delle giornate funziona da segnale, o invito alla riproduzione. Le specie che hanno una gestazione lunga cercano l’accoppiamento con il diminuire delle ore di luce. Sanno che la prole nascerà in estate/primavera un periodo più vantaggioso dal punto di vista del nutrimento. Al contrario, chi ha una gestazione breve tenderà ad accoppiarsi con il crescere delle ore di luce: sanno che, nel giro di poche settimane, potranno figliare in un ambiente ancora accogliente.

In ogni caso, ciò che è stato vero fino a poco tempo fa non lo sarà più in futuro: gli esseri umani stanno perdendo il loro legame con la stagionalità. Il picco delle nascite tra giugno e luglio, negli ultimi decenni, sta calando in modo drastico e la ragione è la solita: il crescente distacco con il mondo naturale – con una causa su tutte: la luce artificiale.

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