Eh sì: l’Epifania tutte le feste porta via. Ma rischia di lasciarci tonnellate di avanzi accumulati durante cene e cenoni. Non è solo una caratteristica delle feste. La situazione in Italia è migliorata di recente, ma i dati reali sullo spreco nelle famiglie italiane colpiscono: 3 kg di cibo pro capite ogni mese gettato nella spazzatura pari a 8,5 miliardi di euro all’anno. Questo spreco costa come mezzo punto di Pil, perché il cibo gettato non è recuperabile, anzi, diventa un costo, anche ambientale, perché va smaltito.
Come fare allora? Parola d’ordine: consumare i resti. Suggeriamo di seguito un menu sfizioso – almeno 5 ricette da altrettanti prodotti – per riciclare, subito, gli avanzi delle feste. Sia chiaro: risparmierete sul cibo, ma sulle calorie no di sicuro!
Panettone sì, ma… di mare
Il Panettone è il signore dei dolci natalizi. Di sicuro sarà sopravvissuta qualche fetta. Forse non avete nemmeno fatto in tempo ad aprirlo. Un po’ banale pucciarlo nel latte a colazione. Meglio inventarsi un piatto originale che ci aiuta a scoprire l’incredibile versatilità del prodotto. Tagliatelo a fette uguali e riponetelo in forno a temperatura bassissima per pochi minuti al fine di tostarlo un po’. Nel frattempo preparate una tartare di tonno o di pesce spada (o entrambe) con olio, limone, sale e pepe, secondo la ricetta classica. Componete infine il piatto: una base croccante di panettone, uno strato di tartare, un’altra fetta di panettone tostato e uno strato finale di tartare decorato con il prezzemolo. Un piatto davvero sfizioso nel quale l’eleganza della tartare si sposerà perfettamente con la croccantezza e la sobria dolcezza della pasta, dell’uvetta e dell’arancia candita. L’effetto è garantito.
Sughi&vino
Ok, avete brindato alla grande con ottimo spumante italiano metodo classico. Avete anche accompagnato le carni con calici di ottimo vino rosso, dal Chianti al Primitivo. Il brasato è già bello che digerito, ma è rimasto un sacco di sugo in pentola. Lo stesso per il brodo di pollo e qualche salmone e salsiccia superstiti. In tal caso fate così. Prendete tre padelle uguali e preparate il classico risotto. Nella prima, sfumate con lo spumante, usate un brodo vegetale, sbriciolate la salsiccia avanzata e aggiungete qualche cucchiaio di parmigiano e qualche fogliolina di prezzemolo. Nell’altra padella usate il brodo di pollo, sfumate con il vino rosso e condite con un vigoroso pecorino toscano o romano e una spolverata di salvia sminuzzata e rosmarino tritato. Nella terza, cucinate il riso con il sugo di brasato rimanente, insaporite con erbe aromatiche e date un tocco finale con sesamo dorato e sesamo nero. Quando i tre risotti sono pronti presentateli ben decorati dentro dei bicchierini di vetro.
Il piacere della carne
Impossibile sfuggire: tra i secondi delle feste lo spezzatino e il cotechino sono passaggi obbligatori. Buoni, buonissimi, ma avanzano lo stesso. Il giorno dopo però non hai più voglia di rimangiarli. Oppure la quantità è ormai troppo ridotta per accontentare una nuova tavolata familiare. In tal caso, la soluzione è dietro l’angolo. O, meglio, nel panificio dietro l’angolo. Acquistate un po’ di paninetti artigianali ai cereali o ai semi e farciteli. Alcuni con lo spezzatino rimasto e nulla più visto che è già gustoso di suo. Altri con il cotechino – è pure rotondo uguale, sembrano fatti apposta… – e qualche ciuffo di cicoria ripassata in padella o, se preferite, una salsina ricavata dalle lenticchie di accompagnamento. Tanto erano rimaste anche quelle no?
Pane, amore e fantasia
È vero: nessuno ha il coraggio di apparecchiare la tavola della festa senza i cestini del pane. Peccato però che, con tutto il ben di dio che passa dal piatto durante il cenone in pochissimi mangiano anche il pane. Alla fine ne avanzerà a chili. E allora che ne facciamo? Una semplice torta di pane bianca si fa così: bagnare e frullare il pane con latte e zucchero; aggiungere uova, lievito e buccia di agrumi grattuggiata (o canditi se preferite); dopo la cottura tagliare a quadrotti e cospargere di zucchero a velo. Più ricca la torta nera brianzola, sempre a base di pane. Oltre a latte e zucchero, aggiungere – secondo gradimento – amaretti o biscotti secchi, cacao amaro (o cioccolato fondente), uvetta, canditi, pinoli, liquore, uova, spezie (cannella, noce moscata, zenzero), scorza di arancia o limone e un po’ di burro. Solito passaggio in forno e spolverata di zucchero e il gioco è fatto.
Re Pandoro, l’universale
Anche a Capodanno sarà stato difficile resistere alla pasta burrosa del pandoro. Un prodotto goloso già così com’è. Ma anche un’eccellente base per realizzare qualsiasi tipo di dolce. Visto che ricorda il pan di spagna può sostituirlo in numerose preparazioni. Allo stesso modo, è una soluzione perfetta per un tiramisù alternativo, come sostituto della base di savoiardi. Senza troppe formalità, una fetta di pandoro può rappresentare la base per una crema di ricotta (lavorata, per esempio, come si fa per il ripieno dei cannoli siciliani) oppure per una crema inglese (con aggiunta di pinoli tostati) o per una salsa di cioccolato fondente arricchita con frutti di bosco. La fetta di pandoro, inoltre, può essere bagnata con vino dolce o fortificato, con grappa o liquori secondo il gusto di ciascuno e, soprattutto, nel rispetto del giusto abbinamento con la crema. Una varietà praticamente illimitata di soluzioni.