Impara a vivere meglio, con le liste della scrittrice Susan Sontag

Ogni cosa veniva classificata, elencata, scritta. L’autrice americana aveva una vera e propria vertigine per la lista. E ha lasciato elenchi su elenchi, pieni di consigli

Una cosa è necessaria: imparare a fare liste. Per ogni cosa, in ogni momento, senza pietà. È quello che faceva, in modo quasi compulsivo, la scrittrice americana Susan Sontag. Per lei era un modo per “percepire valore, conferire valore, creare valore o – addirittura –creare anzi garantire esistenza”. Da qui la convinzione che le cose “non esistano, se non annoto il mio interesse nei loro confronti”.

Senza dubbio un approccio nevrotico alla realtà, ma fruttuoso: le liste della Sontag vanno dalle sue esperienze giornaliere, alle letture fatte (o da fare) fino a pile di fogli su consigli esistenziali. Queste ultime sono senza dubbio le più interessanti.

Nel 1957, per esempio, aveva tracciato alcune regole da seguire, avendo ormai “24 anni”.

1) Tenere una migliore postura
2) Scrivere a mamma tre volte a settimana
3) Mangiare meno
4) Scrivere due ore al giorno come minimo
5) Mai lamentarsi pubblicamente della Brandeis (università che frequentava) o dei soldi
6) Insegnare a David (suo figlio) a leggere

Come tutte le madri, anche la Sontag era preoccupata dell’educazione che impartiva al figlio. Tanto che, giusto per non smentirsi, nel 1958 fece una lista di tutte le regole da seguire per essere un buon genitore.

1) Essere coerente
2) Non parlare di lui agli altri (cioè dire cose buffe su di lui) in sua presenza (non metterlo a disagio)
3) Non lodarlo per qualcosa che non sempre considererei giusto
4) Non rimproverarlo con asprezza per qualcosa che gli è stato concesso fare
5) La sua routine dovrà essere: mangiare, compiti, bagno, denti, stanza, storia, letto
6) Non permettergli di monopolizzarmi quando sono con altre persone
7) Parlare sempre bene di suo padre (niente facce, sospiri, impazienza)
8) Non scoraggiare le fantasie da bambini
9) Fargli capire che esiste un mondo di adulti che non lo riguarda
10) Non dare per scontato che le cose che non mi piace fare (bagno, lavarmi i capelli) non piacciano anche a lui

E infine, sull’arte di scrivere. La lista è più breve ma molto più densa di significato. Se sia anche istruttiva, però, non è molto chiaro. Nel 1961 scriveva che:
“Lo scrittore deve essere quattro persone insieme:

1) Il pazzo, ossessionato
2) Lo stupido
3) L’appassionato di stile
4) Il critico

Il primo fornisce il materiale, il secondo lo fa uscire alla luce, il terzo è gusto e il quarto intelligenza. Un grande scrittore ha tutti e quattro, ma si può essere comunque buoni scrittori con solo il primo e il secondo. Sono quelli più importanti.”

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