Insieme alla scrittura è nata la corrispondenza, gli archivi e, soprattutto, i compiti a casa. Gli insegnanti del futuro puntano a eliminarli, ma quelli del passato, anche lontano, erano severissimi. Lo dimostra, per esempio, una tavoletta di cera del secondo secolo d.C., esposta alla British Library, in cui sono rimasti per millenni gli appunti di una lezione scolastica.
Si tratta di un esercizio molto semplice: sul lato superiore si vede una frase scritta dal docente in greco, mentre le righe successive contengono le stesse parole copiate dallo studente (“in maniera piuttosto goffa”). Sotto, c’è una tavola per le moltiplicazioni e alcuni esercizi di lettura.
Nonostante l’identità dello studente (non troppo dotato) sia andata perduta nel tempo, con ogni probabilità apparteneva a una famiglia facoltosa ed era maschio. Nell’Egitto dell’epoca, ormai ellenizzato da secoli, andava così. La cultura era greca, la lingua anche e così le lezioni che si facevano in classe.
Insieme alla lingua, si insegnava anche una certa morale. Attraverso le frasette copiate (male) dal ragazzo, venivano impartite lezioni di vita di ampio respiro. “Accetta consigli solo da persone sagge”, per esempio. O “Non puoi fidarti di tutti i tuoi amici”. Consigli che tutti i genitori preoccupati hanno rifilato, almeno una volta, ai loro figli.
Insomma, quel compito fissato nella cera, rimasta intatta nei secoli grazie al clima secco dell’Egitto, dimostra che l’uomo, nonostante le volute della storia, resta sempre se stesso. Anche nella svogliata grafia di chi stenta a imparare una nuova scrittura.