“Non bisogna far felici solo gli azionisti, ma intervenire dove c’è più bisogno”. Non l’ha detto un pericoloso bolscevico ma Carlo Messina, l’amministratore delegato di Intesa San Paolo, la più importante banca italiana. L’ha fatto durante l’evento “L’impegno sociale e culturale di Intesa San Paolo per l’Italia”, svoltosi a Milano nella sua sede di Piazza Belgioioso il 28 gennaio. Il titolo palese, ma contenuti inattesi. L’ad di Intesa San Paolo ha presentato risultati del lavoro filantropico fatto nel 2018 dalla sua banca: 3,3 milioni di pasti offerti ai più poveri grazie alla collaborazione con il Fondo Alimentare (10mila pasti al giorno), 95mila posti letto garantiti ai senzatetto (6mila al giorno), 36mila farmaci e altrettanti indumenti raccolti e distribuiti a chi ne ha bisogno.
“Voglio presentare quello che fa la banca per la società. I grandi investitori ti scelgono per gli utili che dai, e noi ne diamo tanti, ma anche per la reputazione e i valori che porti avanti con i tuoi progetti”. In prima fila sorride e annuisce Rob Kapito, presidente della più grande società di investimento al mondo, la BlackRock. “I nostri asset valgono 7 trilioni di dollari. Sentiamo la responsabilità e la pressione di essere un esempio per gli altri. Per questo abbiamo deciso di sostenere i progetti di Intesa San Paolo”, dice Kapito una volta salito sul palco. “Il 59% dei nostri clienti in Europa ci chiede di investire anche nel sociale, un sentimento condiviso dal 63% dei millennials che oggi sono un terzo della forza lavoro mondiale. Si può creare progetti di valore senza pregiudicare gli obiettivi finanziari”.
“Non critichiamo il governo, il reddito di cittadinanza potrebbe essere fatto meglio, ma intanto è uno strumento per combattere la povertà. Noi però vogliamo fare le cose che servono a prescindere da qualsiasi governo. Siamo un’azienda di successo e per questo vogliamo assumerci la responsabilità di impegnarci nel sociale”,
Povertà, Cultura, Mezzogiorno, Merito, economia circolare. Potrebbero essere un manifesto politico, sono i cinque progetti finanziati da Intesa, nel segno di questo capitalismo buono, o che almeno cerca di esserlo.“Non critichiamo il governo, il reddito di cittadinanza potrebbe essere fatto meglio, ma intanto è uno strumento per combattere la povertà. Noi però vogliamo fare le cose che servono a prescindere da qualsiasi governo. Siamo un’azienda di successo e per questo vogliamo assumerci la responsabilità di impegnarci nel sociale”, dice Messina.
Il più importante è il contrasto alla povertà con 3,3 milioni di pasti offerti da Intesa nel 2018. “Alla Caritas c’è la fila di gente vestita come noi. Ma hanno bisogno di cappotti e medicine. Anche a Milano, città simbolo della crescita ci sono bambini poveri” dice Messina, nel dibattito moderato da Bruno Vespa. Per dare pasti caldi e un letto a migliaia di senzatetto nel 2018, decisiva la collaborazione tra banca e la Fondazione Banco Alimentare. Per il suo direttore Generale Giuseppe Parma è stato fatto molto, ma la strada è ancora lunga: “Il divario tra cibo sprecato e cibo recuperato è ancora grande. Le eccedenze non sono più nella grande distribuzione, ma purtroppo sono diffuse nei piccoli centri. Il problema è che non basta un piatto di pasta, serve aiutare la persona a trovare un lavoro. Oggi in un mese per colpa di un divorzio o di un licenziamento si può diventare poveri per un mese”, sostiene Parma.
“L’Italia è il Paese con la terza disoccupazione giovanile più alta d’Europa. Non possiamo anche essere il Paese con la minor percentuale di laureati nell’Unione europea. Per questo vogliamo formare nei prossimi tre anni almeno 5mila giovani”, dice Messina lanciando il progetto Per Merito. Dal 25 febbraio oltre 1,6 milioni di studenti italiani potranno chiedere un prestito fino a 5mila euro all’anno (3mila se si studia in sede) per cinque anni per pagare i propri studi. Per richiederlo bisognerà andare nel sito www.intesasanpaolo.com, per ottenerlo è un’altra storia. Non servono garanzie, è vero, ma lo studente dovrà sostenere almeno 20 crediti formativi a semestre. Tradotto: l’80% degli esami previsti nel piano ogni sei mesi- Il problema del prestito d’onore è anche capire quando restituirli, specie se dopo la laurea si fatica a trovare lavoro. La restituzione partirà da due anni dopo la laurea e si potrà ridare la somma nell’arco di 15 anni con una rata mensile bassa e un tasso fisso, concordato durante la sottoscrizione del pezzo.
Intesa rinnoverà per altri tre anni la collaborazione con la Ellen MacArthur Fondation, la principale organizzazione che si occupa di promuovere la Circular Economy, l’economia circolare. Un modello economico che si basa su due principi: lo sviluppo non deve essere sfruttamento e le risorse naturali non sono inesauribili. Per farlo Intesa finanzierà un fondo di 5 miliardi di euro utilizzabile fino al 2021 per sostenere progetti che innovino e trasformino le piccole e medie imprese italiane.