L’arresto di Cesare Battisti cancella tutto d’un tratto i problemi del Paese, o almeno così pare. Infatti all’improvviso non si è più parlato dei pessimi dati relativi alla produzione industriale e al Pil italiano: nelle prime pagine dei media questi hanno lasciato posto ai discutibili sciacallaggi sul giusto arresto di un latitante condannato per terrorismo.
È questa la vera strategia dietro l’onnipresenza esibita da Salvini e Bonafede, iperattivi nell’ultima settimana: approfittare di un successo della nostra intelligence per distrarre l’opinione pubblica da dati oggettivamente molto negativi.
Il clima d’opinione per la prima volta sembra scalfire, ma solo leggermente, entrambi i partiti di governo: se i 5 Stelle hanno ormai perso diversi punti dal voto del 4 marzo, la Lega nell’ultimo mese per Euromedia di Alessandra Ghisleri ha perso quasi tre punti percentuali, attestandosi ad un comunque elevatissimo 31,2%.
L’incognita vera è se questa sia, in fin dei conti, un’arma efficace anche nel lungo termine: la sensazione, a giudicare dalle reazioni social non proprio eccellenti al video del ministro Bonafede, è che inizi ad essere una strategia quantomeno riconoscibile.
Il controllo dell’agenda mediatica è infatti la vera chiave del consenso del governo e della Lega. I media, anche quelli più antigovernativi, sembrano fare da cassa di risonanza costante agli argomenti scelti dagli spin doctor leghisti: immigrazione, sbarchi, giustizia. E quando lo scenario sembra complicarsi, a causa ad esempio di dati economici negativi, gli esponenti leghisti non scendono mai sul campo di chi li accusa, specialmente se è un campo in cui rischiano di dover giocare in difesa. Per questo, di volta in volta, trovano diversivi su cui concentrare tutte le proprie forze comunicative. In questo caso, l’arresto di Battisti è stato un risultato perfetto per spostare l’attenzione dei media da un tema scivoloso a un successo del governo. E la reazione piuttosto sguaiata dei ministri dell’interno e della giustizia era funzionale a questa logica e a questa strategia, finora vincente.
L’incognita vera è se questa sia, in fin dei conti, un’arma efficace anche nel lungo termine: la sensazione, a giudicare dalle reazioni social non proprio eccellenti al video del ministro Bonafede, è che inizi ad essere una strategia quantomeno riconoscibile. Di sicuro, buona parte degli italiani è pienamente informata della notizia dell’arresto con estradizione di Battisti. Difficile pensare che la stessa sensazione di informazione e consapevolezza sia riscontrabile anche sui risultati economici: nonostante tutto, Conte, Salvini, Di Maio e Bonafede possono continuare a sorridere.