Ne sono passati di secoli da quando, nel 1154, in una sorta di guida turistica ante litteram, il geografo arabo Al-Idrin menzionò “un cibo di farina in forma di fili”, chiamato triyah (dall’arabo itrija, che sopravvive nella lingua moderna e deriva dalla radice tari = umido, fresco). Quel cibo si confezionava a Palermo e si esportava in botti in tutta la penisola. In Sicilia oggi si trovano ancora la ‘tria bastarda’ e i ‘vermiceddi di tria’. Nel Salento la ‘massa e tria’ e i ‘ciceri e tria’. Nell’area barese c’è la ‘tridde’, diminutivo di tria. Nel frattempo l’Italia è diventata sinonimo di pasta nel mondo. Oggi, com’è normale per un prodotto così caratteristico, i produttori italiani di pasta si sono moltiplicati esponenzialmente. Una buona parte del mercato è così coperta da diversi pastifici artigianali, vero fiore all’occhiello del Belpaese sulla frontiera della qualità. Linkiesta ne ha selezionati cinque in altrettante regioni italiane.
Pastificio dei Campi
Il Pastificio dei Campi sorge a Gragnano, un luogo che è impossibile non citare se parliamo di pasta. Il disciplinare della pasta di Gragnano Igp prevede la produzione esclusivamente con semola di grano duro e acqua della falda acquifera locale; l’estrusione attraverso trafile in bronzo; l’essicazione a una temperatura compresa tra 40 e 80°C, per un periodo compreso tra le 6 e le 60 ore, in celle statiche di prosciugazione oppure in tunnel di aria calda; il confezionamento entro 24 ore nello stesso luogo di produzione.
Giuseppe e Giovanna Di Martino, pastai di terza generazione alla guida dell’azienda, sono interpreti di una tradizione che si perpetua da più di 500 anni. Il grano duro utilizzato è di origine esclusivamente italiana. Tra le varietà: Saracolla, Simeto e Grecale. Provienza: principalmente dalla Puglia, in particolare dal subappennino Dauno.
Pasta Cavalier Cocco
Dalla gricia alla carbonara all’amatriciana: l’Abruzzo ha inventato le ricette per cucinare la pasta che hanno fatto la fortuna di Roma. Non solo: questa piccola ma valorosa regione annovera alcuni dei migliori pastifici italiani, aziende che hanno fatto la storia della pasta.
L’azienda del Cav. Giuseppe Cocco nasce nella prima metà del secolo scorso a Fara San Martino, ribattezzato “paese della pasta”, piccola località alle pendici della Majella. Gli antichi mastri pastai sostenevano che gli ingredienti per una buona pasta erano quattro: il grano, l’acqua, l’aria e la lavorazione. Le ottime caratteristiche organolettiche dell’acqua del fiume Verde, alimentato esclusivamente da sorgenti naturali, e il clima asciutto e ventilato, che permette una perfetta essiccazione della pasta, sono i due ingredienti che a Fara S. Martino rendono unica la pasta locale.
Benedetto Cavalieri
ll 7 luglio 2018 il Pastificio Benedetto Cavalieri ha compiuto 100 anni. Attivo in provincia di Lecce, oggi produce 32 formati di semola di grano duro tra cui i celebri spaghettoni – che rappresentano quasi il 30% dell’intera produzione – e le ruote pazze, e 8 formati di pasta integrale biologica naturalmente ricca di fibre e con una notevole tenuta in cottura. Il pastificio seleziona
grani duri italiani che crescono sulle colline di Puglia e Basilicata. Il metodo di lavorazione definito “delicato” prevede: prolungata impastatura, lenta gramolatura, pressatura e trafilatura al bronzo ed essiccazione a bassa temperatura. Tutto questo permette di custodire il sapore tipico, assicurare una consistenza assolutamente naturale e una grande permeabilità ai condimenti.
Pasta di Canossa
Quando si parla di pasta tipica italiana il pensiero corre subito all’Emilia Romagna, regione ricca di tradizione nel campo della pasta fresca con un enorme campionario di ricette. Pasta di Canossa si produce a Ferrara nell’antica Tenuta Cuniola. Il Pastificio sorge proprio all’interno della Tenuta. L’azienda ha investito sul ciclo di vita della pasta – semina, crescita, inizio spigatura, trebbiatura, macinatura – con il quale traccia e data l’intero ciclo produttivo. La lavorazione semi-integrale del semolato non stressa il chicco andando a pulire fino all’ultima fibra, ma gli lascia uno strato in più rispetto alla tradizionale semola, esaltandone e non intaccando le qualità organolettiche e di digeribilità. L’essicazione avviene lentamente: dalle 14 ore per la pasta corta sino alle 20 ore per la pasta lunga.
Pastificio Valle del Grano
Parlando di pasta – e, soprattutto, della materia prima necessaria per produrla – il passaggio dalla Sicilia, considerata fin dall’antichità il granaio d’Italia, diventa obbligatorio. La Valle del Dittaino, tra le provincie di Catania e di Enna, sin dai tempi degli antichi Romani ha favorito la coltivazione del grano duro. La pasta Valle del Grano nasce qui, nel cuore della Sicilia, dove il sole raggiunge i 45 gradi di temperatura donando al grano il colore giallo intenso.
L’azienda utilizza pregiate varietà di grano duro siciliano: un grano di alta qualità, sano, tosto, che fornisce un sapore unico. Trafilatura al bronzo ed essiccazione prolungata sono tra gli ingredienti fondamentali del processo di lavorazione: conferiscono ai prodotti un gusto ricco e una speciale porosità e preservano le qualità organolettiche e le proprietà nutritive del grano. La pasta inoltre diventa più ruvida, quindi capace di trattenere meglio il sugo.