Va bene, va benissimo che i sindaci di Napoli e di Palermo abbiano alzato la voce contro il terribile Decreto Sicurezza firmato (e ostentato) dal ministro Salvini. Tutto ciò che può servire per raccontare i disperanti effetti di un decreto che spalmerà i disperati in giro sarà utilissimo per inchiodare la propaganda di chi è consapevole di creare un problema e inevitabilmente sarà lo stesso che si proporrà come soluzione. Quel decreto non ha nulla di sicuro, è tutta propaganda confezionata per fare bella mostra di se dentro un tweet e non offre nessuno spiraglio di soluzione concreta. È, del resto, il perfetto manifesto politico di un governo incapace di programmare futuro e di amministrare il presente e che insiste nell’usare il vocabolario dell’opposizione indignata nonostante sia comodamente seduto al posto di comando.
Ha fatto bene anche Luigi De Magistris a offrire il porto della città di Napoli pur di mettere fine all’incivile deriva a cui sono costretti da giorni quei 49 disperati che nei loro pochi cenci riescono a terrorizzare un continente di 500 milioni di persone: verrà un giorno che, posato il terrorismo ingordo di voti, i nudi numeri smutanderanno questi omuncoli dal pugno duro capace di fare i gradassi soltanto contro qualche nugolo di disperati.
Hanno fatto bene tutti quelli che hanno alzato la voce contro la vergognosa mancanza di dibattito parlamentare sulla manovra economica. Tutti, attenzione, tutti: anche quelli che non ci piacciono, per intenderci, quelli che hanno utilizzato in passato la fiducia parlamentare per soffocare il dissenso e anche quelli che in quello stesso Parlamento hanno votato Ruby Rubacuori come nipote di Mubarak. Impedire la discussione degli emendamenti al più importante provvedimento di un governo (com’è la legge finanziaria) fa schifo: il fatto che lo urli qualcuno che ha fatto schifo non condona il governo. Al massimo faranno schifo entrambi.
Fanno benissimo l’Arci e le altre associazioni (con i parlamentari, gli intellettuali e i cittadini) a sostenere la nave Mediterranea come presidio di testimonianza in un Mediterraneo che molti vorrebbero sguarnito per essere liberi di raccontarlo a proprio piacimento. Esserci là dove qualcuno vorrebbe il deserto è una forma di resistenza necessaria.
Fa benissimo Saviano ad accettare la vergognosa sfida personale di Salvini che da ministro trova il tempo di scagliarsi contro uno scrittore pur di tenere calda la bile dei propri sostenitori: un ministro che usa i social come una clava merita di essere guardato dritto negli occhi. Fa benissimo anche Laura Boldrini a puntellare, giorno dopo giorno, le aberranti bugie e il profluvio di fake news che questo governo continua a propagare pur di nascondere i fallimenti: la verità ha bisogno di artigiani che smentiscano anche le bugie furiosamente popolari, senza curarsi troppo del pensiero dominante, se fa schifo. Fa benissimo Sandro Veronesi a mettere a disposizione la sua penna per entrare prepotentemente in un presente che trova inaccettabile, fa benissimo Michela Murgia quando tocca i nervi neofascisti di un Paese che fatica parecchio nell’elaborazione del proprio passato e fa benissimo perfino Gipi ogni volta che risponde a tono (con l’arguzia che diventa arte nei suoi fumetti) a questi sovranisti che sono una barzelletta vivente. Fa bene anche J-Ax quando pure lui s’incazza consapevole che gli costerà in termini di vendite (del resto sono “la stragrande maggioranza degli italiani”, come ripete sempre il ministro dell’inferno, no?).
Ha fatto bene anche Luigi De Magistris a offrire il porto della città di Napoli pur di mettere fine all’incivile deriva a cui sono costretti da giorni quei 49 disperati che nei loro pochi cenci riescono a terrorizzare un continente di 500 milioni di persone: verrà un giorno che, posato il terrorismo ingordo di voti, i nudi numeri smutanderanno questi omuncoli dal pugno duro capace di fare i gradassi soltanto contro qualche nugolo di disperati
Fa benissimo Carlo Calenda a rispondere con i numeri, le carte e i fatti a un governo che pensa di poterci rivendere come fatti delle risibili opinioni. E fanno benissimo anche i candidati alla segreteria del Pd a riconoscere gli errori commessi (quelli che al governo gialloverde hanno spianato la strada) e a dichiararsi pronti a tornare sui propri passi.
Fa benissimo Cacciari ogni volta che insiste nel dare forma a un pensiero che in molti vorrebbero monco o destrutturato così come fanno benissimo coloro (Mila Spicola, per dirne una) che insistono sulla scuola come primo passo per una seria ricostruzione.
Fanno benissimo quelli che a sinistra, siano quelli del fu Liberi e Uguali o quelli di Potere al Popolo, insistono nel ricordare che la Libia sia stata legittimata ben prima che arrivassero questi: la crisi del Mediterraneo è figlia di soluzioni partorite troppo in fretta pur di tamponare il disastro e, come si sa, la gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Fa benissimo Possibile a ricordare, ogni giorno, che lo scenario attuale era stato previsto già mentre governavano quegli altri.
C’è un punto però che sfugge alla discussione e che invece è terribilmente fondamentale per immaginare un’alternativa (con tutto il vuoto che la parola contiene per l’abuso di tutti questi anni): tutti questi oppositori alla ferocia di questo governo viene difficile immaginarli con possibili punti di congiunzione che si evolvano in un’area politicamente coesa e quindi votabile. Il rischio è sempre lo stesso: l’anti (che sia Salvini come fu per Renzi e per Berlusconi) è fin troppo facile rispetto alla costruzione di fronte. Anche il fallimento rischia di essere sempre lo stesso: siamo davvero sicuri di non essere di fronte a (apprezzabilissimi) personalismi contro la deriva di questi mesi che nulla hanno a che vedere con la costruzione di un’area culturale che sia veramente riconoscibile?
Lo so. Sembra sempre la solita solfa. Anzi a bene vedere è sempre la solita solfa. Ma una nuova possibilità si costruisce solo con la generosità dei suoi costruttori e dall’altra parte dello schieramento di governo le rivendicazioni appaiono un vizio piuttosto consolidato. Per dirla terra a terra: alle prossime europee, solo per fare un esempio, ogni antisalvini si presenta con la propria piccola parrocchia? Davvero? A nessuno viene il dubbio che questi governeranno per vent’anni, così?