È tornato Di Battista! Anche se, mediaticamente, non se n’era mai andato. Il suo viaggio in America, a curare reportage giornalistici per Il Fatto Quotidiano, ha fatto molto discutere ed è stato più volte ripreso da quotidiani e tv nazionali. Oggi, però, è tornato fisicamente, e ha ricominciato a fare incontri, interventi, interviste.
Pochi giorni fa l’abbiamo visto a Che tempo che fa dove, intervistato da Fabio Fazio, si è divertito a lanciare avvertimenti (“non abbia la coda di paglia”), indicare nuovi nemici (la Francia), svelare complotti (“c’è Benetton dietro il massacro mediatico a Toninelli”) e fornire assist all’ala a 5 Stelle del governo (“la Tav è la più grande sciocchezza che possa fare questo Paese”). In particolare, hanno colpito i ripetuti attacchi portati alla Lega e a Salvini in questi giorni. In Rai ha sottolineato che “i 49 milioni sono un furto che la Lega deve pagare”, pochi giorni prima aveva rimproverato il Vicepremier per la partecipazione a cene di ancien régime da 6000€ a tavolo, riferendosi alla Notte della Giustizia organizzata da Annalisa Chirico.
Quel che è certo è che, in un MoVimento così disciplinato sul fronte della comunicazione, Di Battista non si muove a caso. Parla e agisce seguendo logiche, strategie e messaggi già individuati e condivisi.
Oggi il suo lavoro è finalizzato principalmente a recuperare elettori che hanno scelto i 5 Stelle a marzo e ora, delusi, si rifugiano nell’astensione o preferiscono la Lega, affascinati dalla leadership di Salvini. Quindi: un ritorno a toni più duri e aggressivi, attacchi frequenti agli altri partiti, messaggi più centrati sul tema della “purezza” e genuinità tanto caro agli elettori 5 Stelle della prima ora
Il ruolo di Di Battista è sempre stato preciso nel MoVimento 5 Stelle. Rispetto a Di Maio, è un leader che scalda ed emoziona di più. È maggiormente in grado di coinvolgere e mobilitare la base, ma meno utile nella fase di espansione verso nuovi elettori che il partito ha vissuto in occasione del trionfo delle politiche 2018. Non per nulla, anche nella campagna elettorale per le politiche ha avuto compiti precisi: una campagna “parallela” rispetto al leader, un tour di comizi nei luoghi non toccati dalla campagna ufficiale, mentre Di Maio incontrava imprenditori e categorie cercando di rassicurare nuovi segmenti elettorali, precedentemente non interessati al voto ai 5 Stelle.
Oggi, il suo lavoro è finalizzato principalmente a recuperare elettori che hanno scelto i 5 Stelle a marzo e ora, delusi, si rifugiano nell’astensione o preferiscono la Lega, affascinati dalla leadership di Salvini. Quindi: un ritorno a toni più duri e aggressivi, attacchi frequenti agli altri partiti, messaggi più centrati sul tema della “purezza” e genuinità tanto caro agli elettori 5 Stelle della prima ora.
Per recuperare terreno nei sondaggi nei confronti di Salvini, anche grazie alla maggiore libertà che la non presenza in parlamento e al governo gli conferisce, è lecito attendersi altri attacchi alla Lega da parte di Di Battista. Il Carroccio non è solo un partner di governo per il MoVimento 5 Stelle, è infatti anche un avversario in vista delle europee: un’elezione decisiva per le sorti dell’esecutivo, che potrebbe cambiare i rapporti di forza interni. La sfida è iniziata, e ovviamente i grillini cercheranno in ogni modo di recuperare consensi.In questo contesto, il ritorno di Di Battista è un’arma in più per provare la rimonta elettorale: i 5 Stelle vogliono confermarsi come primo partito.