Esiste un’opera teatrale in cui si rischia di morire davvero? La risposta è sì ed è anche molto famosa. Si tratta del Macbeth di Shakespeare, considerata “maledetta” da quelli del settore, attori e registi, tanto che la chiamano “la scozzese” (in inglese: “The Scottish play”).
Il motivo di questa pessima fama è ben giustificato. Come racconta bene questo video della Bbc, il “Macbeth” è costellato di morti e incidenti reali (non solo scenici), a partire dalla sua prima messa in scena, in cui partecipò lo stesso Shakespeare. Narra la leggenda (perché su queste cose manca la certezza del vaglio storico) che poco prima dell’inizio, l’attore che doveva impersonare Lady Macbeth morì a causa di una febbre, costringendo lo stesso Shakespeare a recitare quella parte.
Le cose poi continuarono: nel 1721 uno spettatore, che per parlare con un suo amico era salito sul palco, venne allontanato dagli attori. Ritornò nel giro di poco con altri amici e diede fuoco a tutto il teatro. Nel 1849 a New York, il Macbeth che era in scena all’Astor Palace fu la causa di una disputa tra due produzioni rivali (una “borghese” e una, invece, sostenuta dal “popolo”) che provocò, nella piazza di fronte al teatro, uno scontro violentissimo. I morti furono 22 e i feriti più di cento.
Ma non è finita: anche gli attori rischiano grosso. Una volta capitò (non è ben chiaro quando, ma pare che fu ad Amsterdam) che l’attore che impersonava il ruolo di Duncan morì davvero in scena, a causa di un errore tecnico: le armi, che dovevano essere finte, vennero scambiate con altre vere. L’attore/regista/produttore britannico Laurence Olivier venne colpito da uno dei contrappesi del sipario (solo dieci chili, ma dall’alto fanno male) all’Old Vic di Londra, e nel 1953 Charlton Heston venne colpito da un incendio.
Insomma, la “Scottish play” è davvero maledetta? Come è ovvio, una risposta razionale è “no”. Ma ogni mitologia aiuta a vivere meglio, se viene vissuta con comprensivo scetticismo.