Finché la barca va lasciala andare.
So che se qualcuno associa la canzone politica a una “Contessa” di Paolo Pietrangeli o, più recentemente, a “L’uomo col megafono” di Daniele Silvestri pensare a questa canzone di Orietta Berti come a un brano politico sembrerà una cosa incredibile. Ma tant’è.
E la faccenda è così da praticamente quando esiste il Festival della Canzone Italiana, giunto alla sessantanovesima edizione. Conoscete il refrain, la canzonetta come termometro del paese. “Finché la barca va”, in passato, le canzoni di Motta, Negrita e Zen Circus, oggi.
Questo a dare uno sguardo banalotto al tutto. Perché in realtà, forse non vi sarà sfuggito, quest’anno il vento di cambiamento, quello dell’era giallo-verde a Sanremo sembra esserci già arrivato, e non certo passando dalle canzoni.
Provo a fare un breve riassunto delle puntate precedenti, sicuro che sarete già persone informate dei fatti, o che lo diventerete più approfonditamente andandovi a leggere il dossier che trovate qui.
Claudio Baglioni si trova per il secondo anno di fila a ricoprire il ruolo di direttore artistico del Festival, e per il secondo anno, ahilui, e soprattutto ahinoi, contribuenti, si trova a incarnare un conflitto di interessi piuttosto palese.
Quale?
Semplice, il suo manager e promoter, Ferdinando Salzano della Friends and Partners, si trova costantemente al suo fianco, a prendere decisioni importanti, comprese quelle di scegliere i cantanti in gara, e anche quelli che andranno ospiti. Buona parte dei quali, guarda un po’, sono suoi artisti. Suoi nel senso che ne cura i live, che come sapete oggi è il vero e solo business della musica, e in alcuni casi anche il management.
Ieri alla conferenza di inaugurazione del Festival, il direttore di Rai 1, Teresa De Santis ci ha tenuto a fare una supercazzola degna di Amici miei, parlando proprio dI connessioni amicali, e finendo per dire sempre la stessa roba, Baglioni è Baglioni, mica vorremo dubitare della sua buonafede
Non basta.
Nel palese conflitto di interessi, ce n’è uno ancora più stridente, specie in epoca di conflitti di interessi, vento del cambiamento, etc etc. Al fianco di Ferdinando Salzano, l’uomo con le Hogan, c’è sempre il suo braccio destro Veronica Corno, la cui mamma è la dirigente Rai Chiara Galvagni, dirigente alle risorse artistiche. Cioè, per capirsi, quando Salzano è andato, si suppone con la Corno, a discutere il cachet di Baglioni, come quello di un Ligabue, superospite, aveva di fronte la mamma della Corno stessa.
La cosa la abbiamo scritta. Lo avevamo già fatto l’anno scorso, ma il vieni del cambiamento era lì da venire. Stavolta se n’è accorto Dagospia, che ci ha a più riprese rilanciato, e poi se n’è accorto Pinuccio, inviato di Striscia La Notizia, che proprio a partire da una intervista a me ha cominciato a raccontare tutto questo.
Così, di colpo, tutti, ma proprio tutti tutti hanno scoperto chi fosse Ferdinando Salzano, e anche le sue attività.Io, sommessamente, avevo posto ormai un mese fa sette domande a Salini e Foa, direttore generale e presidente della Rai, ma risposte non ne sono mai arrivate. Voci, si, rumors, ma non risposte.
Ieri, però, alla conferenza di inaugurazione del Festival, il direttore di Rai 1, Teresa De Santis ci ha tenuto a fare una supercazzola degna di Amici miei, parlando proprio dI connessioni amicali, e finendo per dire sempre la stessa roba, Baglioni è Baglioni, mica vorremo dubitare della sua buonafede. Baglioni ci ha pure scherzato, col sorriso di chi ha avuto una emiparesi facciale: l’unico conflitto di interessi che ha è che la mamma della sua spalla Virginia Raffaele è una sua grande fan. Nel mentre l’inchiesta di Striscia continua, e un Tapiro gigante aspetta Baglioni davanti all’Ariston, e io aspetto ancora le risposte alle sette domane.Da stasera partiranno le canzoni, ma nessuna saprà raccontare bene l’oggi come questo grande inghippo, come il silenzio stridente di Rai, Baglioni e di tutti i colleghi della Sala Stampa, e soprattutto dei commenti al sangue che si trovano sotto i miei articoli e i link dei servizi di Striscia. Commenti che parlano di cambiamento, signora mia. Perché se la barca non va, la faremo andare noi.