I Cinque Stelle sono l’omeopatia della politica: sembra la cura, ma è solo acqua fresca

Democrazia diretta? Sì, ma non per i No Tap. Tutti portavoce? Sì, ma si fa quel che dice Di Maio. Fuori gli inquisiti dal Parlamento? Non se sono alleati di governo. Uno non vale uno? No,ma dentro il Movimento vale tutto e il contrario di tutto. Perché, alla fine, nel Movimento non c’è nulla

Se volessi vivere la politica senza troppi patemi d’animo, un po’ come il giovedì a bocce o a calcetto tra gli amici, quando ci si ritrova divertirsi senza pensieri mi iscriverei subito alla democrazia omeopatica del Movimento 5 Stelle. Perché in fondo, pensateci bene, Casaleggio non è nient’altro che il grande omeopata della nostra politica. È roba forte la democrazia omeopatica del Movimento 5 Stelle: ogni tanto come effetto placebo vi fanno partecipare a un referendum sotto forma di quiz (tanto per renderlo interessante) oppure vi fanno entrare per qualche mese nell’intimità di qualcuno dei suoi uomini più in vista. Assistere al primo cambio di pannolino produrrà lo stesso rilascio di serotonina di un cambiamento vero. E fa niente se là sopra, in realtà, tutto rimane uguale se non peggio: sarete talmente intrisi di verità che non potrete non credere che qualche malefica forza opposta contraria ai principi del vostro amato Movimento stia facendo di tutto per rovinare la vita a gente che è disposta a far piangere il proprio padre in diretta Facebook pur di mostrarvi quanto è vera.

Funziona benissimo l’omeopatia a forma di democrazia grillina: si chiamano grillini ma Grillo non c’è più, da tempo, eppure sono in molti ancora appesi a quello che prometteva. Peccato che non si verificherà mai. Il magico mondo a Cinque Stelle è quello che sta cancellando la regola intoccabile (aveva detto così Casaleggio padre, ricordate) e sembra non accorgersene nessuno. Poi c’è la democrazia diretta, anche quella. Dove uno vale uno eppure in tantissimi hanno la sensazione di non contare un cazzo: quelli che hanno combattuto contro la Tap, ad esempio, o la schiera dei No Vax. Sì, vale in tempo di elezioni, di propaganda elettorale e poi non si può certo scomodare il sofisticatissimo sistema Rousseau (privato, attenzione, privato, un può come se Renzi avesse avuto l’esclusiva sulla fabbricazione delle matite copiative, sai che casino) per decidere di mettere nel cassetto i cavali di battaglia della campagna elettorale. No. Troppo difficile. Così succede che i parlamentari che non dovrebbero essere parlamentari ma semplicemente portavoce dei cittadini non si capisce bene che voce debbano portare in un movimento talmente liquido in cui la vicinanza a Di Maio determina la lista delle urgenze (nella Prima Repubblica si chiamava cerchio magico, ricordate?).

Il Movimento Cinque Stelle non esiste, già: è un’idea mai messa in pratica da chi avrebbe voluto complicatissime consultazioni praticamente su tutto e ha trasformato la partecipazione in una fidelizzazione più simile al tifo da stadio

Il Movimento CInque Stelle non esiste, già: è un’idea mai messa in pratica da chi avrebbe voluto complicatissime consultazioni praticamente su tutto e ha trasformato la partecipazione in una fidelizzazione più simile al tifo da stadio. La politica omeopatica diventa anche domande omeopatiche: avete visto in che modo immondo si è trasformata la domanda con cui si chiedeva agli attivisti se Salvini dovessero difendersi nel processo o dal processo? Si è trasformato tutto in un affare di Stato, omeopatico, ovviamente, e alla fine diventa difficile combattere perché dalle parti del Movimento funziona così: si combatte contro gli altri, non si combatte per un principio. Se succede che un principio combattuto nei confronti di Renzi o Berlusconi si ripropone in salsa gialloverde allora conta la Ragion di Stato. La Ragion di Stato! Io pensavo non esistesse nemmeno più, la Ragion di Stato. E invece, niente.

E si continua così, stancamente, con poche gocce diluite nell’acqua. Finché funziona la narrazione e l’effetto psicologico. Ma di sostanza niente. Non c’è niente.

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