Le fake news che girano in rete vengono smentite dai siti di fact checking. Ma cosa succede quando anche il sito di fact-checking è, a sua volta, un fake? Come racconta Poynter, succede in Brasile, dove il sito di fact-checking Aos Fatos (“Ai fatti”) si è trovato a dover pubblicare un debunking relativo a un sito che si spacciava proprio per Aos Fatos. L’unica differenza era il dominio: il sito originale (e genuino) era .org, quello falso e ingannevole, tanto più che pubblicava false notizie, era .com.
Un’operazione, in effetti, geniale: quale fonte migliore per diffondere notizie false se non proprio il sito che, per lavoro, le deve verificare? Su Aos Fatos.com, cioè quello falso, sono apparse storie assurde: una era relativa alla morte di un famoso giornalista brasiliano, che il sito interpretava (in modo ingannevole) come un’operazione per metterlo a tacere in quanto “sapeva troppo” sul caso dell’accoltellamento del (all’epoca non ancora) presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Oppure, che il ministro della giustizia volesse far pagare le spese delle prigioni ai carcerati. O che Bolsonaro volesse far chiudere il giornale O Globo.
L’Aos Fatos finto, poi, non agiva da solo. Come ha subito notato l’Aos Fatos vero, era collegato a una galassia di altri siti di news finte, come O Detetive, Plantao Brasil, Noticias Brasil Online, Pensa Brasil e Descobrindo As Verdades. Un business redditizio: alcuni di questi hanno ricevuto, appena prima delle elezioni, più di tre milioni di visite solo a ottobre.
Dietro, denuncia il vero Aos Fatos, ci sono interessi non sempre chiari e non sempre solo monetari. Alcuni di questi siti, per esempio, hanno pubblicato notizie false volte a screditare alcuni candidati alle ultime elezioni. Il proprietario è stato convocato dalla magistratura, ma ha negato ogni addebito.
Uno dei problemi è che, spesso, i proprietari sono solo prestanome. Gli autori degli articoli usano pseudononimi. Chi si celi alle spalle dei siti fake rimane ignoto a tutti, perché Google (l’unico che sa tutto) ne protegge la privacy. E le notizie false girano incontrastate.