Festival di Sanremo, ha vinto Mahmood e niente è andato come previsto (o forse sì)

Un vincitore apparentemente fuori da tutti i giri che contano. Il disegno egemonico di Ferdinando Salzano andato in fumo. Le domande sul conflitto d’interessi di Baglioni rimaste senza risposta. Nulla è come sembra, però. Guardiamoci dentro

Alla fine nulla è andato come previsto.
E questa cosa di per sé potrebbe essere prevedibile, come in un gioco di specchi.
Non c’è andato il pronostico del vincitore, che doveva assolutamente essere Ultimo, da tutti sempre indicato come tale e poi tornato a casa con il classico secondo posto del coglione. Secondo posto che evidentemente deve avergli bruciato parecchio, visto che salito in sala stampa per la conferenza di fine Festival ha sbroccato contro i giornalisti, rei di avergli portato sfiga con questo ripetergli che avrebbe vinto, al punto da essere arrivato a dire che tanto non contano niente, e che solo durante la settimana di Sanremo la gente se li fila.
Non c’è andata la richiesta di risposte da parte dei dirigenti Rai, visto che Salini, non ufficialmente, ha detto che il conflitto di interessi non esiste, vista la natura della discografia italiana, e nonostante la audizione in commissione di vigilanza Rai di lunedì, ha addirittura ipotizzato un Baglioni Ter.

Non c’è andato, in apparenza, il disegno ingordo di Ferdinando Salzano, visto che a vincere non è stato uno dei suoi tanti artisti ma Mahmood, arrivato ai Big per aver vinto Sanremo Giovani e fuori da tutti i giri, apparentemente. In barba ai tanti, tantissimi artisti che in qualche modo fanno riferimento proprio a Salzano e alla sua Friends and Partners. Almeno in apparenza.
Non c’è andato il pronostico delle agenzie di scommesse, che in alternativa a Ultimo avevano puntato tutto su Irama e Il Volo, con la Bertė e Cristicchi a fare da outsider.

Alla fine nulla è andato come previsto. Non c’è andato, in apparenza, il disegno ingordo di Ferdinando Salzano, visto che a vincere non è stato uno dei suoi tanti artisti ma Mahmood, arrivato ai Big per aver vinto Sanremo Giovani e fuori da tutti i giri, apparentemente. Poi, è chiaro, a volte le cose sono meno chiare di quanto non sembrino

Poi, è chiaro, a volte le cose sono meno chiare di quanto non sembrino.
E allora si vede come dietro a Mahmood ci sia, parliamo di management, Stefano Settepani, questo dice il toto-nomi, ex collaboratore di Maria De Filippi, ultimamente noto per essere compagno e manager di Alessandra Amoroso e manager di Elisa. Entrambe artiste Friends & Partners. Uomo, Settepani, vicino a Maurizio Castellani, ex direttore del bio parco di Roma, attualmente in Honiro e, si dice, editorialmente vicino anche a Salzano. È infatti il segreto di Pulcinella che Salzano abbia contrattualizzato discograficamente anche Ultimo, in capo proprio alla Honiro.
Chissà, a questo punto, chi lo seguirà nei tour. Come se a fare la differenza fosse la vittoria finale, e non piuttosto i tanti e tanto spot fatti a artisti nella scuderia FeP, sia dei cantanti in gara sia degli ospiti.
Come il secondo posto di Ultimo, il terzo de Il Volo, le ospitate di mezza scuderia valessero meno della vittoria finale.

Detto questo, non ci fosse quella faccenda di Jacopo Pesce, A&R senior della Universal che mi ha messo la fatwa sulla testa, potrei pure dire che il ragazzo è di talento, ma figuriamoci se voglio fare promozione al pupillo di uno che neanche sa come approcciare la stampa. Si fottessero.
Sanremo, sia come sia, è finito. Adesso restano le sette domande, le ore e ore di sonno da recuperare, le canzoni, più o meno brutte, da ascoltare.
Daniele Silvestri e Rancore, per la cronaca, si sono presi i due premi della Critica e anche quello come miglior testo. Ditelo a Ultimo, che non hanno votato lui, capace che sbrocca un’altra volta.

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