Pangea è un quotidiano culturale on line. Pangea ha l’ambizione di portare nella cultura italiana (notoriamente provinciale ma storicamente avventuriera) i grandi temi e i grandi autori della cultura internazionale. Con l’ansia dei corsari e degli astronomi, Pangea mostra le meraviglie del nostro Paese e il meglio del resto del mondo. La rivista, che propone contributi giornalieri, è qui: pangea.news
Dall’ultimo decennio a oggi il Festival di Sanremo ricalca sempre più fedelmente certe tendenze musicali e di costume che costituiscono la spina dorsale dell’intrattenimento del piccolo schermo. Sanremo è uno specchio della società, un teatro di frivolezze, la quintessenza dell’effimero e delle debolezze umane, un po’ come il teatro di Brecht. Da prendere con le pinze o sul serio, non importa. C’è la musica ma ci sono anche le mode, le gaffe dei conduttori, i comici, l’orchestra. Per le generazioni che hanno oltrepassato la boa dei trenta Sanremo è stato il paese dei balocchi e dei primi amori a occhi aperti, l’evento che si seguiva per vedere sfilare i vestiti indossati dalle modelle e attrici più belle su quell’alta scalinata, il luogo in cui sarebbero nate le liriche di quella canzone d’amore che avremmo dedicato al fidanzatino delle scuole medie il giorno di San Valentino, magari scritte sopra un foglio bianco strappato dal quaderno dei compiti. Perché Sanremo fa anche un po’ rima con amore, d’altronde arriva sempre poco prima del 14 febbraio. Che bilancio possiamo fare allora dagli anni Ottanta a oggi, ‘noi che siamo alla fine ormai di questa eternità’, come ci diceva Raf trent’anni fa? Appuntiamoci l’indimenticabile, perché senza uno sguardo al passato non si può approfondire la nuova edizione appena conclusa. Sicuramente da riscoprire ancora oggi è l’elettronica di Vacanze Romane dei Matia Bazar, avanguardia dei primi anni Ottanta; guardiamo con emozione su youtube certe interpretazioni assurde di ospiti nostrani, come la coreografia di Re di Loredana con tanto di pancione finto dell’86, né dimenticheremo mai Madonna, i Duran Duran o Whitney Houston tra gli ospiti stranieri. Sanremo per molti è sinonimo di debutto per future glorie soul come Giorgia, che ha cominciato proprio sull’Ariston a farsi le ossa in un’epoca precedente a quella dei talent show. Sanremo ha segnato anche la nascita della stella Laura Pausini, la ragazza della porta accanto che da Faenza ha poi conquistato il Sudamerica.
Ma c’è molto di più, perché Sanremo è il luogo degli artisti destinati all’oblio come i Jalisse e della caduta di alcuni dei, come Mia Martini, perseguitata da maldicenze stupide. A Sanremo si è diventati testimoni di grandi storie d’amore, come quella tra Albano e Romina, possibili flirt come quello tra Jovanotti e Irene Grandi o Mietta e Amedeo Minghi