Forse il momento tanto atteso è arrivato: forse (ma bisogna aspettare a dirlo ad alta voce) i tatuaggi stanno passando di moda. Lo dice, a mezza voce, il Guardian. Certo, stando alle ultime fregnacce pubblicate dall’ex prestigioso giornale londinese, il suo livello di affidabilità è, ormai, piuttosto basso. Ma, di sicuro, accende una speranza per il futuro.
La giornalista arriva a questa conclusione passando per una strada controintuitiva: Justin Bieber ha esibito in una copertina di Vogue tutti i suoi (tantissimi) tatuaggi. Lo stesso ha fatto Adam Levine, dei Maroon 5. E, nonostante questo possa sembrare a prima vista la prova di una ulteriore diffusione dei tatuaggi, secondo il giornale londinese è, al contrario, la dimostrazione che la loro fine è cominciata.
Esagera, certo, ma su un punto ha ragione: come hanno notato tante persone su internet, i due personaggi esibiscono tatuaggi troppo recenti e troppo numerosi. L’impressione è quella di voler seguire la moda, non di volerla dettare. Si sono aggrappati all’ultimo treno, caricandosi di segni e disegni senza pensare al significato che, in teoria, dovrebbero avere.
Ecco, qui sta il busillis, almeno secondo i guardiani della tradizione (pun intended): il tatuaggio nasce come un’impronta personale, legata a un significato importante della propria vita, con un senso chiaro ma non per necessità comprensibile a tutti. È, insomma, un segno per ricordarsi che si ha vissuto. In questo modo, spiegano, ogni disegno si aggiunge all’altro, formando una composizione, un mosaico di momenti della vita che si colgono, tutti insieme, con lo stesso sguardo.
Né Justin Bieber né Adam Levine hanno fatto una cosa del genere. Al contrario, hanno soltanto recepito una moda e l’hanno messa in pratica. Proprio quello che succede quando un fenomeno raggiunge il suo apice: perde la sua ragione di esistere iniziale e si trasforma in qualcosa d’altro.
Basta questo per dire che passeranno di moda? Che non vedremo più corpi malcolorati e malpitturati in giro? Purtroppo no. Anche perché in Italia, Paese con la più alta percentuale di tatuati (a dimostrazione che al male non c’è mai fine), sarebbe una pessima notizia.