Questione di orecchio. Ma anche di portafoglio. Ci sono pianoforti che costano poche centinaia di euro e altri che, invece, costano più di un’automobile di lusso. La differenza fondamentale sta nel suono.
Lo dimostra questo video del pianista brasiliano Fabricio Vinheteiro: con tutta la simpatia del mondo, il Barthol & Berlin con cui suona il Clair de Lune, pianoforte a muro di qualità, costa solo 600 euro. E nessuno si stupisce: le note sono metalliche, il rimbombo diventa un boato, il timbro è alterato.
Quando passa al Blüthner, strumento da 6.400 euro, ce ne si accorge subito. Il suono è più ricco, rotondo, intenso. Restituisce una gamma di sfumature che nel pianoforte precedente spariscono. Il pianoforte restaurato da 15mila euro, opera del più antico fabbricatore del mondo, Pleyel (ormai chiuso), aggiunge più grazia e sonorità. Era la marca preferita di Chopin e, per questo motivo, Vinheteiro lo omaggia suonando la Polonaise.
Ma la qualità aumenta ancora accompagnando la qualità del suono: prima uno Yamaha C7X da 45mila euro e poi uno da 363mila, con cui conclude il suo test. Avete colto tutte le differenze? Di sicuro la profondità del suono, la fluidità dell’arpeggiato emergono con vigore. Insomma, il suono migliora. Ma la domanda rimane: è proporzionato al prezzo?