Per i tempi nuovi lun’espressione come “Madre Natura” suonerà antiquato e perfino discriminatorio. Ridicolo antropomorfizzare qualcosa di così diffuso e vasto, peggio ancora, poi assegnare anche un genere (associandolo poi alla maternità, mai così fuori moda come in questa epoca).
Eppure una nuova ricerca cinese sostiene proprio il contrario: è proprio con immagini di questo tipo che, nelle persone, viene suscitata una sensibilità maggiore nei confronti dell’ambiente. La natura, dicono, diventa madre (che non ha nulla a che vedere con la leopardiana “matrigna”), ed è un bene. Come scrive Ting Lui dell’università di Nanchino, “sono metafore come queste che rafforzano l’associazione tra natura ed essere umano, aumentando l’impegno e la sensibilità”. Chi mai vorrebbe deludere la propria madre? Figurarsi infilggerle dolori.
La ricerca, pubblicata sul Journal of Environmental Psychology, si basa su uno studio condotto tra gli studenti dell’Università di Nanchino: 87 donne e 88 uomini. Di fronte alla pubblicazione di notizie su inquinamento e disastri ambientali, gli articoli che descrivevano la natura come “madre” risultavano interessanti e sensibilizzavano di più gli studenti. Quelli che la descrivevano in maniera neutra, non riscuotevano nessun interesse. E quelli che parlavano di “padre Natura” non sono risultati abbastanza efficaci. La natura, almeno in Cina, deve essere donna.
La strategia suggerita, insomma, è antropomorfizzare. “Se si usa una figura femminile, si può mettere in campo una campagna di promozione ambientalista utile e anche a basso costo”. Certo, concludono: “Si tratta di conseguenze reali ma derivanti da un cliché considerato offensivo”.
Il punto è proprio questo: “Associare l’ambiente alla donna aiuta a suscitare sentimenti positivi sulla natura, ma occorre sempre bilanciare questo tipo di promozione con il rischio di perpetuare gli stereotipi sulle donne”. Proteggere la natura in quanto donna, insomma, deriva dal fatto che questa viene considerata, nella cultura cinese (ma non solo) una creatura da difendere. “E non va bene”.