Divenne cieco quando aveva solo 55 anni. Non fu una sorpresa, in realtà, per lo scrittore argentino Jorge Luis Borges. Come ebbe modo di spiegare al New York Times una volta, “ho sempre saputo che sarei diventato cieco. Perché mio padre, mio nonna per parte di padre e il mio bisnonno sono diventati ciechi”.
Questo però non gli ha impedito, nel resto della vita che gli rimaneva, di continuare a lavorare. Smise di leggere, certo, e non imparò mai il braille. Però continuò a scrivere, si occupò della Biblioteca Nazionale Argentina, girò per il mondo a fare conferenze su letteratura e poesia e, quando aveva un po’ di tempo libero, si dedicava alla pittura, un’attività che in gioventù gli riusciva abbastanza bene.
Farlo da ciechi, però, era molto più difficile: la sua tecnica, piuttosto basilare, risultava abbastanza efficace. Con il dito di una mano guidava il movimento della penna che teneva nell’altra. Funziona, come dimostra questo ritratto che fece nella libreria Strand di New York. Dopo la performance, si è diretto nel negozio e ha “ascoltato” gli scaffali, i libri. Una sensazione unica.