Blog di una liberaleNotre-Dame, così il capitalismo salverà la Cattedrale

Il milionario François-Henri Pinault donerà cento milioni di euro per la ricostruzione delle strutture della Cattedrale di Notre-Dame danneggiate dall'incendio. Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che quando le imprese vengono lasciate libere di creare, possono essere anche meglio dello Stato

Più veloce dello Stato, più efficiente della Chiesa, è arrivato lui, inesorabile, reattivo ed efficace: il Capitalismo.
Il milionario François-Henri Pinault, patron di una delle più grandi holding del settore lusso, proprietari di marchi come Gucci, Bottega Veneta, Saint Laurent e Pomellato. Sì, perché molti dei marchi che riteniamo essere italiani sono stati – ormai da tempo – venduti a grandi multinazionali. È così che funziona il mercato: non esistono confini sui consumi, figuriamoci sugli investimenti, (con buona pace dei sovranisti che vorrebbero impedire le vendite dei brand).

Ma torniamo a Pinault: la sua società, Kering, con fatturato di 15 miliardi di euro e oltre 40.0000 dipendenti, donerà cento milioni di euro per la ricostruzione delle strutture danneggiate della Cattedrale di Notre-Dame, recentemente devastata da un incendio. Questa è un’azione che viene normalmente identificata come “responsabilità sociale d’impresa”, ovvero il sistema di strumenti che un’azienda utilizza per creare, sostenere e misurare il proprio impatto sociale e ambientale.

Di questi strumenti ne esistono decine. Dalle donazione tout court, agli investimenti sull’ambiente, all’adozione di politiche aziendali orientate al sostegno di minoranze, persone vulnerabili, fino a vere e proprie strategie di promozione dei prodotti, legati a concetti di sostenibilità. Avete presente quando comprate il cioccolato al supermercato e leggete “ogni barretta regala 50 centesimi a un progetto per bambini in Africa”? Ecco, quello viene chiamato “cause-related marketing”, ed è una strategia di promozione e marketing che viene accompagnata alla beneficenza.

Quante persone spenderanno parole positive su questo intervento, quanti consumatori si sentiranno “bene” a sapere di aver contribuito, con la propria cintura di Gucci, a restaurare un capolavoro andato distrutto

Pinault, non ha inventato niente di nuovo: ogni anno le grandi aziende redigono i loro “bilanci di sostenibilità”, veri e propri report dove vengono indicate tutte le azioni che hanno creato beneficio alla società, all’ambiente, alle persone.
La parte più interessante di questo argomento è che, nonostante uno dei più grandi economisti “free market”, Milton Friedman si fosse apertamente schierato contro la responsabilità sociale d’impresa, dicendo: “business of business, is business” (l’interesse dei business, è fare business), è dimostrato che questo tipo di strategie – se ben realizzate – si sposano perfettamente con gli obiettivi di strategia e visione aziendale: soddisfacimento degli investitori, incremento delle vendite, miglioramento delle performance ecc…

Grazie a questa donazione, la Francia potrà rivedere e riavere uno dei maggiori capolavori artistici del mondo, e l’azienda di Pinault, Kering, potrà farsi una pubblicità che – a parità di risultato – probabilmente sarebbe costata ben di più. Immaginatevi oggi su quanti giornali, in tutto il mondo, verranno menzionati i brand di Kering. Quante persone spenderanno parole positive su questo intervento, quanti consumatori si sentiranno “bene” a sapere di aver contribuito, con la propria cintura di Gucci, a restaurare un capolavoro andato distrutto.

Quindi, un sentito ringraziamento agli imprenditori e al mercato, e all’ennesima dimostrazione che – quando le imprese vengono lasciate libere di creare – nel rispetto della legge, possono essere molto meglio dello Stato.

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