Scrittore, sceneggiatore, fumettista. Neil Gaiman, vera e propria celebrità della letteratura e delle serie tv, è noto per la sua fantasia, l’immaginazione, la varietà. Sono doni di natura? Si possono sviluppare con il tempo e l’esercizio? Secondo Gaiman è la seconda. Anzi: l’ispirazione vien lavorando.
“Se quando hai l’ispirazione può capitarti di scrivere belle poesie, questa cosa non vale per il romanziere. Devi tenere dietro al tuo obiettivo ogni giorno, le parole non aspetteranno la tua ispirazione”. E cosa si fa quando non ci si sente ispirati? Si rilegge. Si corregge si fanno i lavori più noiosi e usuranti che, però, fanno procedere tutta l’opera.
Il punto principale, però, è la storia. E questo lo sanno tutto. Però per Gaiman è importante che la storia sia “tua”. I “nuovi autori cominciano sempre con storie altrui e voci altrui”. Perché si impara leggendo. Ma “da subito si deve scrivere quello che si conosce e si pensa. Ci saranno sempre scrittori più bravi, più intelligenti e più raffinati. Ma nessuno può essere te”.
In ogni caso, ogni inizio è un fallimento. “Ma basta convincersi che non è un vero inizio. Che in realtà è solo un preludio, un esercizio per riscaldarsi”. In letteratura, anche in quella più popolare, commerciale, consumistica, sono le parole che restano alla fine quelle che contano. Non le prime a essere buttate giù.
Importante, poi, è essere indulgenti con se stessi. “Scrivi di più. E ricorda che tutti quelli che hanno scritto cose buone hanno, soprattutto, scritto un mare di spazzatura”. E poi, “sei all’inizio, stai imparando. Occorre essere indulgenti e non lasciarsi prendere dalla disperazione”. Perché “se quello che hai scritto non ti piace, non devi viverlo come una colpa”.
La scrittura è un’arte in cui la perseveranza paga più di qualsiasi cosa. L’eccellenza arriva sempre alla fine.