Hanno arrestato Julian Assange e il mondo intero fa finta di nulla. Anzi, no: a dire il vero alcuni hanno sollevato un po’ di preoccupazione, ma non nei confronti della libertà di informazione, o del servizio reso da Wikileaks negli anni (soprattutto nel 2010/2011, quelli per cui Assange è incriminato), o del destino di un uomo che rischia di essere estradato in un Paese, gli Usa, in cui è in vigore la pena di morte. Bensì per il suo gatto. Che fine ha fatto il micio che gli teneva compagnia in ambasciata?
Se lo chiede la sempre agguerrita Cnn: dal 2016 a far compagnia ad Assange nelle stanze dell’ambasciata ecuadoriana c’è stato un simpatico gatto. Poi le maglie della diplomazia hanno cominciato a stringersi, le lamentele per la sporcizia lasciata dal gatto ad aumentare, i provvedimenti a fioccare. E nel 2017 Julian Assange è stato invitato a liberarsi del suo amico felino. Dove è finito?
James Ball, un amico scrittore di Assange, si era offerto di prenderlo in affido, ma l’ambasciata ha preferito fare altrimenti. “A quanto risulta”, spiega Ball, “è stato mandato in un gattile. Per cui non ci sarà, nelle prossime ore, anche una estradizione felina”.