Emergenza in arrivo800mila profughi dalla Libia? Se nessuno dirà come accoglierli, vincerà ancora Salvini

Salvini parla di migranti, Pd e Cinque Stelle parlano di Salvini, ma non hanno alternative: ecco perché anche di fronte a un’emergenza umanitaria, sarà ancora il Capitano ad avere la meglio

C’è un serio problema di immigrazione in Italia. E non sono, no, le emergenze percepite e urlate che ogni giorno vi vengono riproposte e risalgono come la peperonata della serata precedente. C’è un dibattito logoro, bloccato, che vive lampi di trasformismo come quello di Luigi Di Maio (che in un goffo spostamento verso il pertinismo 3.0 ora ci avvisa che la soluzione dei porti chiusi è roba momentanea, di fatto confermando che i migranti siano stati usati come merce di scambio in una sfortunata trattativa con l’Europa) e c’è la ministra alla difesa Trenta che invece addirittura ci dice che se fosse per lei (come se il Consiglio dei Ministri fosse solo un ammennicolo giuridico) i porti sarebbero sempre aperti.

Salvini, ovviamente inferocito, pensa alla contromossa e intanto a pochi chilometri di distanza dall’Italia si parla di qualcosa come 800.000 persone che a causa della guerra in Libia potrebbero presto cercare la salvezza via mare (perché la salvezza si cerca fottendosene delle onde e delle leggi, da che mondo è mondo) approdando ovviamente anche in Italia. E intanto noi qui, divisi come tifosi di una squadra di provincia in pro-Salvini e anti-Salvini finendo, come sempre, a parlare di lui, mica di quei poveri disperati oppure di un mondo che sembra non volerla smettere con le guerre e con un’Europa inerme in attesa delle prossime elezioni.

No, l’argomento è Salvini, essere d’accordo con Salvini, smentire Salvini, attaccare Salvini, sfiancare Salvini (ma davvero ci credono quelli del Movimento 5 Stelle?), ironizzare su Salvini, condannare Salvini, proclamare Salvini, inseguire Salvini, perculare Salvini, aizzare Salvini, odiare Salvini, scrivere contro Salvini, scrivere per Salvini, adorare Salvini, odiare Salvini.

I migranti, invece? Dico, chi parla di immigrazione? Sì è vero, si sprecano i convegni degli addetti ai lavori e dei pochi che ci ricordano la Storia, i suoi percorsi quasi sempre uguali e le storture di un sistema di ricchezza in mano ai pochi e di disperazioni dilaganti, ma l’immigrazione come tema forte, come risposta alla proposta (seppur becera) di Salvini? Dov’è? Qualcuno ancora insiste nel non capire che non c’era nessuna proposta in quel che fu di Minniti (un salvinismo annacquato) e nemmeno si vergogna quando gli si ricorda che fu proprio il ministro dell’interno a elogiare l’operato di Minniti in una frase che da sola fotografa l’iniziativa di quel governo, di provare a trattare con chi apre e chiude le partenze a suo piacimento in base al momento politico e al referente di turno.

Il punto è un altro: qual è la proposta della sinistra (del PD, per dirne una) su un’ondata di immigrazione e disperazione che sembra prepararsi alle porte dell’Italia?

È vero: la guerra in Libia fa cadere in un attimo tutta la retorica salviniana sulla Libia come porto sicuro e posto sicuro: avete mai visto un posto sicuro che partorisce rifugiati di guerra? Dai, non scherziamo, su. Però il punto è un altro: qual è la proposta della sinistra (del PD, per dirne una) su un’ondata di immigrazione e disperazione che sembra prepararsi alle porte dell’Italia? Qualcuno ci ripeterà ancora che è rimasto sul tavolo a Bruxelles la revisione del trattato di Dublino che prevedeva la ridistribuzione dei migranti, è vero, ma in attesa che l’Europa vada al voto e si definisca politicamente (è l’aria, ammettiamolo, non è proprio buona per questo tipo di accordo) cosa ha intenzione di fare l’Italia?

Cosa ha intenzione di fare il PD? Qual è la soluzione anche per il Movimento 5 Stelle? Se i porti chiusi sono un fatto momentaneo qual è l’azione conclusiva di un tema che ormai sembra essere l’unico sulla bocca di tutti. Il dramma (politico, si intende) vero è che non esce una proposta che sia una che trovi la consistenza di entrare nel dibattito politico senza dover per forza tirare in ballo il Capitano leghista e così, da fuori, si assiste allo scontro tra chi comunque un’idea ce l’ha (meschina quanto vogliamo) e chi invece naviga al buio preferendo attaccare Salvini dando l’idea di non avere intenzioni alternative. Ma davvero? Vogliamo quindi dire che l’Italia si divide tra chi ha il coraggio di essere leghista e chi non lo trova? Ma siamo sicuri?
Intanto, quegli 800.000 si preparano a muoversi.
Buona fortuna. A noi. E a loro.

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