Come tutti sanno, le regole non devono essere troppe né confuse. Un altro aspetto è che non devono nemmeno essere assurde. Lo sanno bene gli studenti giapponesi, che nel corso della loro vita scolastica si trovano ad affrontare norme e regolamenti in classe del tutto privi di senso. O, se un senso lo hanno, del tutto scollegate dalla realtà di ogni giorno e dalle conseguenze che comportano.
Tutti si sono stupiti di fronte alla notizia degli scolari obbligati a inchinarsi e inginocchiarsi di fronte ai loro insegnanti. E a quella, paradossale, della ragazza castana naturale che è stata costretta in ossequio alla policy scolastica contro i capelli tinti, a tingerseli di nero, cioè come li ha la maggioranza degli studenti.
Sono solo alcune delle regole assurde che trovano spazio negli istituti giapponesi. Secondo una organizzazione non governativa Burakku Kosoku wo Nakuso (“Eliminiamo le regole assurde della scuola”), che ha svolto un sondaggio tra gli studenti nipponici nello scorso marzo, ce ne sono molte altre. Almeno due terzi degli studenti di scuola elementare-media e almeno la metà di quelli che vanno alle superiori hanno avuto modo di incontrare dei provvedimenti del tutto surreali.
Ad esempio, sempre secondo la ricerca, ci sono scuole in cui gli studenti possono starnutire in classe solo per tre volte (e poi cosa fanno? Escono dall’aula?), altre che li obbligano a indossare biancheria intima solo di alcuni colori specifici. Oppure che vietano alle studentesse di farsi la coda di cavallo (per gli studenti maschi questa regola è superflua, dal momento che sono obbligati a tenere i capelli corti).
Sempre in tema di capelli, in certi istituti chi desidera tagliarli durante le vacanze estive deve prima chiedere il permesso dell’insegnante. In altri maschi e femmine in classe devono mantenere due metri di distanza, e in altri ancora è proibito indossare sciarpe durante gli esami.
Una giungla di regole che fa impressione, ma la cui ratio non è del tutto assurda. Per capire questi provvedimenti, non bisogna mai dimenticare che in Giappone la disciplina è la qualità numero uno nello scolaro. Che la classe deve essere uniforme sia nell’estetica che nel comportamento. Per questo motivo sono obbligatorie le uniformi e, di conseguenza, anche il modo in cui sono tenuti i capelli (questo spiega la proibizione delle code di cavallo, la necessità di chiedere il permesso prima di tagliare i capelli, la policy anti-tinta). Uniformità, disciplina, unità. Questo è il principio unificante della scuola nipponica.
(Il divieto delle sciarpe, invece, serve a evitare di usarle come nascondiglio di bigliettini).