La battaglia per l’Anpal tutta a Cinque Stelle non si è ancora conclusa. La nomina di Luigi Falco, amico e capo ufficio stampa di Luigi Di Maio, alla direzione generale dell’Agenzia nazionale per le politiche attive guidata da Mimmo Parisi – quella che dovrà occuparsi dei navigator del reddito di cittadinanza – dovrà passare ancora dal consiglio dei ministri. Il nome del 41enne napoletano, da sempre molto vicino al vicepremier e ministro del Lavoro grillino, è stato preferito a Gianni Bocchieri, direttore generale dell’assessorato Istruzione, formazione e lavoro di Regione Lombardia, proposto dalla Lega, su cui Carroccio e Cinque Stelle avevano trovato l’accordo. La storia è nota: all’ultimo minuto Di Maio ha fatto saltare il banco, e la cosa non è piaciuta affatto a Matteo Salvini. Anche perché nel curriculum di Falco, non c’è traccia di alcuna esperienza nelle materie del lavoro, di competenza dell’Anpal, come richiede invece la norma. Ed è qui che la nomina potrebbe bloccarsi.
Tant’è che il segretario generale di Palazzo Chigi in queste ore è impegnato proprio ad analizzare il curriculum di Falco, fino allo scorso giugno semplice impiegato dell’ufficio comunicazione di Anpal e poi in aspettativa, dopo la nomina a capo ufficio stampa del ministro del Lavoro. Il dubbio è che, poiché i requisiti del dg di Anpal sono definiti per legge, la Corte dei Conti non darà l’ok alla nomina. E lo stesso potrebbe fare il presidente della Repubblica.
Il segretario generale di Palazzo Chigi in queste ore è impegnato ad analizzare il curriculum di Falco. Il dubbio è che, poiché i requisiti del dg di Anpal sono definiti per legge, la Corte dei Conti non darà l’ok alla nomina. E lo stesso potrebbe fare il presidente della Repubblica
Il nome di Luigi Falco, da affiancare al guru del Mississippi Parisi, insomma, traballa. E anche il piano di avere un’Anpal al 100% grillina ancora non decolla. Come avevamo raccontato, Gianni Bocchieri aveva scritto diversi articoli che agli occhi dei Cinque Stelle sarebbero sembrati troppo critici con il reddito di cittadinanza e il modello Parisi. Tanto da preparare un dossier su di lui a sostegno del rifiuto della nomina. Così, nel consiglio dei ministri del 30 aprile scorso, sul tavolo è arrivato a sorpresa il nome di Falco. Ma senza trovare d’accordo tutto l’esecutivo: la decisione non si trova nel comunicato della riunione del governo, e lo stesso Salvatore Pirrone, dg uscente di Anpal, ha dichiarato di non aver avuto alcuna comunicazione.
I dubbi sulla nomina, in effetti, si trovano tutti nel curriculum di Falco. Nell’elenco delle mansioni di chi, come lui, ha lavorato per anni nell’area comunicazione di Anpal ci sono l’organizzazione di eventi e conferenze, l’elaborazione di testi di brochure, opuscoli e newsletter, piani web e gestioni dei rapporti con i media. Ma nulla di quella «provata esperienza e professionalità nelle materie competenza dell’Anpal” che richiede il decreto 150 del 2015 all’articolo 8. Un asso nella manica della Lega, che tutto vuole tranne che lasciare la gestione di Anpal e del reddito di cittadinanza nelle mani degli amici-nemici di governo grillini. Soprattutto perché è da lì che passa la partita finale dell’acquisto del software di incrocio di domanda e offerta di lavoro e del rischio del milionario conflitto di interessi del presidente Parisi, che – caso vuole – in Mississippi ha già sviluppato una app che potrebbe essere esportata anche in Italia.