Per essere creativi? Basta chiudere gli occhi 30 secondi e lasciare andare l’immaginazione. È la (sorprendente?) conclusione di una ricerca dell’University of Connecticut pubblicata sul Journal of Consumer Research. Il cuore conta più del cervello dicono. Il cuore è, per metafora piuttosto consumata, il sentimento. Il cervello il calcolo. E chi deve inventare nuove campagne pubblicitarie deve tenere conto di come si sentono i consumatori. Una volta compreso questo aspetto, allora la creatività non avrà limiti.
Il ragionamento appare piuttosto bislacco (ma si sa, conta il cuore non la testa), ma quando viene spiegato sembra assumere una certa coerenza – anche se non si può dire che sia proprio convincente. “Si tende a considerare le soluzioni ai problemi sotto un aspetto logico”, spiega Kelly Hard, professore che ha condotto lo studio. “Eppure è il processo di empatia quello che porta a risultati creativi migliori”.
Per arrivare a questa conclusione sono stati fatti diversi test. Il professore e la sua squadra ha chiesto a varie persone di immaginare nuovi prodotti (giocattoli, carrelli per gli anziani, nuovi tipi di patatine per donne incinte). Metà ha dovuto farlo seguendo, come dicevano le istruzioni, i sentieri della logica. L’altra metà, invece, lo ha fatto chiudendo gli occhi per 30 secondi e lanciando a briglie sciolte la fantasia, cercando di immaginarsi nei panni dei destinatari del prodotto.
Risultato? La prima metà ha pensato progetti buoni ma non interessanti. Mentre la seconda ha elaborato idee innovative, originali e soprattutto funzionali (secondo una giuria di esperti). Un esempio: quando è stato chiesto di immaginare un gusto di patatine fritte per donne incinte, il gruppo “razionale” ha parlato di “sale” e “Bbq”, mentre il secondo gruppo, quello creativo, ha parlato di “cetriolo sottaceto”, “sushi e wasabi” e “margarita” – e gli ultimi due sono cibi che le donne incinte, per diversi mesi, non possono assumere.
Insomma, il trucco per migliorare la creatività – conclude la ricerca – passa per l’empatia. “Occorre immaginare l’altro, cioè la persona di riferimento” e indovinarne pensieri e desideri. Questo, a quanto pare, per soli 30 secondi. E le idee scaturiranno.