Tratto dall’Accademia della Crusca
La domanda più frequente che ci è stata posta a proposito dei verbi dissuadere e persuadere riguarda la loro pronuncia, ovvero la posizione dell’accento tonico. Ebbene, entrambi i verbi sono piani, cioè accentati sulla penultima sillaba, come riportato da qualsiasi dizionario italiano. Diremo quindi dissuadére e persuadére, e non dissuàdere o persuàdere. Lo Zingarelli 2018 consiglia di evitare queste ultime pronunce, dovute probabilmente all’influsso di alcune forme del presente indicativo (persuàdo, dissuàdono). Lo stesso vale per le forme dell’infinito seguite dai pronomi atoni (le cosiddette “particelle pronominali”: mi, ti, ci, vi, ecc.): diremo dissuadérlo e non dissuàderlo.
Come per molte altre parole italiane, l’accentazione piana è un’eredità del latino. Per le parole di tre sillabe, in latino l’accento era determinato dalla natura della penultima sillaba: con una sillaba breve (ovvero, che non terminava in consonante e che conteneva una vocale breve) l’accento indietreggiava sulla terzultima sillaba, come in portĭcus ‘portico’, pronunciato pòrticus; l’accento invece restava sulla penultima sillaba se questa era lunga, cioè se conteneva una vocale lunga (come nel caso dei verbi latini dissuadēre e persuadēre) oppure se era “implicata”, cioè terminava in consonante (come per perfĕctum, pronunciato perfèctum).
L’etimologia ci rivela dunque la corretta pronuncia di questi verbi e ci ricorda anche la loro vicinanza nella forma e nel significato. Persuadere e dissuadere derivano dal verbo latino suadēre ‘consigliare, persuadere’ a cui si aggiunsero i due prefissi per– e dis-. Il prefisso per– ‘fino in fondo’ rafforzava il significato del verbo base; dis-, invece, aggiungeva un valore negativo (come anche ad es. in disonore) o indicava separazione, dispersione (disgiungere, distrarre). Dissuadere, quindi, era ed è tutt’oggi il corrispettivo negativo di persuadere. Useremo persuadere quando vogliamo convincere qualcuno di qualcosa o a fare una determinata azione; dissuadere per convincerlo a non farla. Possiamo dire, ad esempio, che Giovanni ha persuaso Luigi a non comprare quella casa e, preservando lo stesso significato, che Giovanni ha dissuaso Luigi dal comprare quella casa.