Il danno e la beffaDa Sanremo all’Arena di Verona: Salzano continua a prenderci in giro. E nessuno dice niente

Dopo le cronache sul conflitto di interessi di Sanremo (da cui è uscito illeso), Ferdinando Salzano e i suoi artisti torneranno a calcare il palco dell’Arena di Verona per i Music Awards di giugno. In maniera totalmente immeritata. E Mamma Rai? Zitta

Sono italiano. E sono figlio di un diacono. Quindi sono cresciuto come tutti, un po’ più di tutti, con un immaginario saldamente ancorato all’iconografia cristiana. Qualcosa che rimanda a chiodi piantati nella carne, frustate a portare via la pelle, uomini non troppo in carne crocifissi e con ferite lenite con acqua e aceto. Non solo, anche con tutto quel corollario di sensi di colpa, pentimenti, espiazione e, forse alla fine, redenzione. Poi c’è la resurrezione, ma qui non voglio mica stare a fare un trattato di teologia, no. Parlo di iconografia, mi tengo su una questione meramente estetica. Non credo sia un caso, del resto, che quando scrivo io tenda a essere vagamente imbevuto da uno spirito moralizzatore, un po’ alla Savonarola. Qualcosa che stia a metà strada tra il “pentiti” e il “ricordati che devi morire”. Anche se so bene che spesso, molto spesso, quello che scrivo viene più interpretato come un “muori”.

Ma continuo a distrarmi e distrarvi. Parlavo di chiodi piantati nella carne, frustate date pubblicamente, pentimento, espiazione, redenzione.
Ecco, se a freddo, appena svegliato la mattina, in quel momento in cui ancora non siamo del tutto lucidi, e i pensieri si rincorrono un po’ casualmente, qualcuno mi avesse chiesto cosa pensavo stesse facendo in questo momento Ferdinando Salzano. Questo dopo tutto il bailamme tirato su a Sanremo, la faccenda del conflitto di interessi, l’amplificazione mediatica di Dagospia, da una parte, e Striscia la Notizia, dall’altra, le date saltate nel tour di Baglioni, da qualcuno imputate al troppo stress subito durante il Festival, ecco, se a freddo, appena svegliato la mattina, qualcuno mi avesse chiesto cosa pensavo stesse facendo in questo momento Ferdinando Salzano, titolare di Friends and Partners, credo oggi sia inutile star qui a raccontarlo, avrei risposto con una delle immagini che fanno parte del mio corredo di italiano figlio di un diacono. Pentimento, espiazione, redenzione.

Del resto che la situazione fosse vagamente da Via Crucis lo dicevano le cronache, cronache dalle quali mi ero tenuto a debita distanza anche per non dar adito a credenze popolari, più vicine alle leggende che al cristianesimo cui facevo riferimento prima, tipo Chupacabras o roba del genere, che volevano la mia fosse una crociata personale verso il suddetto, crociata che onestamente non vedo perché mai dovrei fare, visto e considerato che mi occupo di musica, mica sono il giustiziere mascherato.

Cronache che raccontavano di programmi che Nek, suo pupillo uscito decisamente malconcio da Sanremo, due singoli, quello festivaliero e il recente, di cui per tutelare i minori alla lettura non citerò il titolo, che potrebbero essere usati come colonna sonora di Henry pioggia di sangue, cronache che raccontavano di programmi che Nek avrebbe dovuto tenere in prima serata su Rai2 a partire proprio da questa primavera, provvidamente scomparsi, come sarebbe scomparso, fatto forse un filo più grave, il Summer Festival, già Coca Cola Summer Festival, già Wind Summer Festival, dai palinsesti di Mediaset, questo ci ha raccontato Davide Maggio, dopo la seconda fuoriuscita di Maria De Filippi e della sua Fascino e in un momento, evidentemente, non felicissimo per il nostro.

Ferdinando Salzano, in barba ai programmi presunti con Nek su Rai2, e ai Summer Festival cancellati, ancora una volta sta per piazzare tutta la sua scuderia in un programma di mamma Rai, mamma Rai chiamata così mica per caso, è una mamma, culla i propri figlioli, anche fossero prodighi

Già il fatto che la Wind, titolare anche dei Wind Music Award, sempre gestiti da Salzano in Rai, avesse ritirato la propria sponsorizzazione era un primo campanello d’allarme, ma la cancellazione del programma, il nuovo Festivalbar, in sostanza, è davvero una sorta di Madonna che schiaccia la testa del serpente nell’Apocalisse, sempre per rimanere in tema. Madonna che ne schiaccia anche un altro, di serpente, perché anche i Wind Music Award perdono il cappello, e diventano Music Award, senza sponsor, vedi a non avere più Maximo Ibarra come Amministratore Delegato, a volte.

Comunque, le cronache ci stavano parlando di un momento non felicissimo per Salzano, una sorte di Via Crucis in periodo pasquale, per altro, e post pasquale, momento non felicissimo, professionalmente, intendiamoci, con lui che ha preso ufficio a Miami, dicono i rumors, e a Miami convoca gli stati generali coi suoi stretti collaboratori, momento non felicissimo figlio sicuramente del bailamme sanremese di cui sopra, ecco, le cronache ci stavano parlando di questo cazzo di momento qui, fatto per cui io legittimamente, alle prime luci dell’alba, prima del primo caffè, avrei parlato di chiodi nella carne, di pentimento, quella roba lì, quando ecco che, manco fosse una domenica mattina, ecco che Ferdinando Salzano ci stupisce con effetti speciali, ma speciali davvero.

Per intendersi, e anche per non perdere il saluto da parte di mio padre, non sto dicendo che quel che segue sia un “effetto speciale”, era una citazione pubblicitaria per noi cinquantenni, “potevano stupirvi con effetti speciali, ma noi siamo scienza, non fantascienza”, resto sempre un credente. Comunque, siamo lì, e non fatemi ripetere tutto, che sono appunto un cinquantenne, mica ho le energie di un ragazzino, quando ecco che, puf, scusa papà, Ferdinando Salzano passa direttamente dai chiodi sulla carne alla risurrezione. Senza passare dalla morte, figurata nel suo caso, reale nell’altro, la sepoltura al nel sepolcro, il sabato di lutto. Niente di tutto questo. Sono passati due mesi scarsi dal Festival della Canzone Italiana numero sessantanove, quello del confiltto di interessi che lui, Ferdinando Salzano è ancora qui, più vivo e vegeto che mai. Come se niente fosse. Lasciando da parte la faccenda dell’iconografia cristiana, che credo alla lunga possa anche diventare spinosa, un po’ con la faccia come il culo, immagine meno ortodossa, ma sicuramente d’impatto immediato, messa qui certo con scopi urticanti, ma anche un po’ per sdrammatizzare, per scherzarci un po’ su, Ferdy.
E io, nei panni della Maddalena, pensa un po’ te, sono qui a raccontarvi di questa resurrezione improvvisa, che non lasciava intravedere tracce di sé, come del resto l’altra, forse raccontata un po’ cripticamente, ma sto di nuovo andando in un terreno che non devo più toccare.

Ferdinando Salzano è risorto, giubilate. E lo dico perché Ferdinando Salzano, in barba ai programmi presunti con Nek su Rai2, e ai Summer Festival cancellati, ancora una volta sta per piazzare tutta la sua scuderia in un programma di mamma Rai, mamma Rai chiamata così mica per caso, è una mamma, culla i propri figlioli, anche fossero prodighi.

Stanno uscendo infatti in queste ore coloro che calcheranno le assi dell’Arena di Verona il 4 e 5 giugno, per i Music Award condotti da Carlo Conti, e immagino Vanessa Incontrada, su Rai1. Ricordiamo, va fatto, se no la resurrezione sembrerebbe più un risveglio dal sonno, toh, magari dal coma, che i Music Award, esattamente come i loro corrispettivi oltreoceano e oltremanica, è un programma nato con lo scopo di premiare e quindi far esibire gli artisti che, nel corso dell’ultimo anno hanno conseguito certificazioni. Le certificazioni le fornisce la FIMI, e certo che il fatto che a dirigere la FIMI ci sia il Tavecchio della discografia, Enzo Mazza, e il fatto che ci sia questo papocchio tra streaming e download e fisico, per cui non ci si capisce nulla e spesso ci sono Mr Stocazzetto che finiscono primi una settimana e scompaiono nel nulla la successiva, mentre altri album restano lì, in Top 10 anche per un anno di fila, non aiuta. Ma questo è.

Ai Music Award ci saranno tanti artisti che non hanno avuto certificazioni, perché non hanno dischi usciti da abbastanza tempo per averle avute, o hanno dischi fuori da troppo tempo per rientrare nel range. Poi ci sono quelli che invece non ci sarebbero neanche se Ferdinando Salzano, risorto, prendesse a moltiplicare i pani e i pesci, che non solo non hanno venduto nulla, ma anche a biglietti del tour se la passano maluccio

Ai Music Award si accedeva così, almeno nelle intenzioni iniziali, circa un dodici anni fa, a memoria. Poi nel tempo, vedi ultimi Sanremo, la faccenda è un po’ modificata, perché magari c’è Tizio che deve fare un tour, non schioda un biglietto in prevendita, e allora gli diamo un premio ad hoc, inventato su due piedi, neanche troppo bene (esistono gli autori, per questo, Ferdy, gli autori), ma l’idea di fondo era sempre quella, avevi preso un disco d’oro o di platino, andavi, se no te la vedevi da casa. Chiaro, qualcuno di quelli che quei dischi, d’oro e di platino, li prendeva non andava, perché di passare in tv non ha bisogno, perché gli fa schifo l’idea di stare in un posto coi colleghi, o per mille altri motivi, ma l’idea era e in teoria è ancora oggi quella. Solo che tra i nomi usciti sui social, ormai funziona solo così, di gente che ha recentemente preso certificazioni non se ne vedono.

A meno che non si passi per buona anche la certificazione dei singoli, che è un po’ come, per dirla alla Salmo, se uno vince la coppa del mondo a calcetto con gli amici, il giovedì sera. C’è gente, penso al mio amico Ron, che stimo e adoro, sia chiaro, che è uscito in questi giorni col suo nuovo lavoro, ovvio che non abbia certificazioni. Altri che non hanno avuto certificazioni perché gli ha detto male, penso al già citato Nek, a Achille Lauro. Altri che non sono proprio usciti da anni, come Mika, che però è straniero, magari a lui fanno una deroga, o ai Modà, fermi da quattro anni. Ecco, forse però i Modà, ci spiegano tutto. Comprese le presenze dei tanti artisti di casa Friends and Partners che affollano la pagina Instagram dei Music Award, e che affolleranno immeritatamente il palco dell’Arena il 4 e 5 giugno, parlo di mancanza di merito visto lo standard del programma, legato alle certificazioni, nulla a che fare con l’arte, sia chiaro.

Inutile fare i nomi, e nessuno potrà certo accusarmi di essere pavido, parlo di un dato di fatto: ai Music Award ci saranno tanti artisti che non hanno avuto certificazioni, da Biagio Antonacci a Annalisa, per rimanere alla lettera A, anche perché non hanno dischi usciti da abbastanza tempo per averle avute, penso a Renga, o hanno dischi fuori da troppo tempo per rientrare nel range, come Antonello Venditti, Gigi D’Alessio. Poi ci sono quelli che invece non ci sarebbero neanche se Ferdinando Salzano, risorto, prendesse a moltiplicare i pani e i pesci, come Raf e Tozzi, che non solo non hanno venduto nulla, non esistono nello streaming, ma anche a biglietti del tour se la passano maluccio, per non dire apocalitticamente male.

In tutto questo, lo dico con lo stupore della Maddalena la domenica mattina davanti al sepolcro, senza però la gioia di lei, con lo stupore di sapere che lì in Rai nessuno ha un cazzo da dire a riguardo.

Salini se ci sei batti un colpo! Tutto regolare? Dobbiamo di nuovo accendere gli occhi di bue? Chiamare Pinuccio e Sabino? Vestire i panni di Savonarola, magari anche con la sciarpa della Spal, come da tempo appare in piazza a Ferrara?

E sia: ricordatevi che dovete morire. Poi, se siete Ferdinando Salzano o lavorate con lui o per lui potete anche risorgere. Lui è scienza, non fantascienza.

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