Vini diviniNegroamaro vuol dire Salento. E queste sono le cinque migliori bottiglie

Oggi il Negroamaro è un prodotto di successo. I migliori vini di Negroamaro sono molto ricchi di colore, spesso molto robusti ma con tannini poco appariscenti. Le cinque migliori bottiglie? Eccole

Espressione tipica del Salento, il Negroamaro è senza dubbio, per la sua qualità ed eleganza, il campione dell’enologia pugliese. Il clima, il tipo di terreno e la forma di allevamento ad alberello, che segnano uniformemente la Penisola Salentina, costituiscono le condizioni ideali per la coltivazione di questo vitigno eclettico. I migliori vini di Negroamaro sono molto ricchi di colore, spesso molto robusti ma con tannini poco appariscenti, carratterizzati da un gusto leggermente amaro con profumi complessi che ricordano la prugna secca, il tabacco e il caffè tostato. Fino a pochi decenni fa il vino pugliese era ancora considerato un vino da taglio: serviva cioè per ‘rafforzare’ i vini del nord, aggiungendo colore, corpo e struttura. Oggi non è più così e il Negroamaro si impone sempre più come un prodotto di successo.

Proprio per questi motivi, l’associazioneGnamGlam– in collaborazione con DeGusto Salento e Fisar – dedica al Negroamaro una giornata annuale di degustazione che si svolge a Roma il 17 maggio 2019 (leggi qui per le info). Ben 18 cantine per un totale di più di 50 etichette. E poi tre masterclass per conoscere in profondità le varie espressioni del vitigno. Il titolo della manifestazione è “Mieru. Il Negroamaro e gli altri. Vini del Salento a Roma”.

“Mieru in dialetto salentino significa ‘vino’”, spiega Ilaria Donatio, responsabile dell’associazione GnamGlam. “Questo perché in epoca romana – non tutti lo sanno – esistevano due espressioni per indicare il vino. Il “vinum” era quello miscelato con acqua, miele, resine ed altri addittivi per renderlo più sciropposo. Con la parola “merum”, invece, si indicava il vino schietto, sincero, puro: questo era, di fatto, quello più buono e pregiato. E il Salento può a buon diritto considerarsi patria del vino di qualità. Tale è certamente il Negroamaro, frutto del vitigno simbolo di questa terra. Proprio per questo motivo siamo davvero molto lieti di ospitare nella capitale le aziende prestigiose che portano nel mondo con orgoglio il nome del Salento e del Negroamaro”.

In attesa di conoscere meglio tutte le declinazioni del Negroamaro, ecco quali sono per noi le 5 etichette adatte ai vari gusti che vi consigliamo di assaggiare.

Eloquenzia Copertino Dop Rosso – Garofano

Questa bottiglia è una grandissima interpretazione di Negroamaro – qui in purezza – impeccabile nel disegnarne la vera identità, con frutto e spezie che si esaltano a vicenda. Rosso rubino intenso. Esordisce al naso con note di cuoio dolce, spezia, ciliegia; al palato è morbido, elegante e fresco.

Severino Garofano, il fondatore dell’azienda, storico punto di riferimento per il territorio salentino, è purtroppo mancato da poco. Ma il binomio tra la sua cultura enologica e il vitigno Negroamaro resta una eredità ricchissima per i figli Stefano e Renato che oggi guidano l’azienda.

Graticciaia Salento Igt – Vallone

Emblema del vino salentino, è uno dei migliori testimoni della tradizione dell’appassimento sui graticci delle uve di Negroamaro: ampio, raffinato e balsamico al naso, austero complesso e lunghissimo in bocca. Dopo una maturazione di 26 mesi in acciaio e di 12 in barrique si presenta in tutta la sua ricchezza aromatica, sorretta da vigorosi tannini, con note di frutta nera, liquirizia, humus e fiori secchi. Questa storica cantina pugliese, fondata nel 1934 e oggi guidata da Francesco Vallone, può contare su una vasta proprietà di terreni che comprende uliveti, seminativi, orti e, soprattutto, 170 ettari di vigneto.

Nero Salento Rosso Igp – Conti Zecca

Il Nero è un blend di Negroamaro e Cabernet Sauvignon di grande eleganza e complessità. Aromi di piccoli frutti rossi e di spezie con note di macchia mediterranea, leggeri sentori di vaniglia e liquirizia. In bocca è morbido e armonico con tannini maturi in un corpo ricco e ben strutturato. Finale persistente.

Conti Zecca è una azienda vitivinicola dalla lunga tradizioni – ha visto succedersi quattro generazioni – ma i vini sono di impostazione schiettamente moderna, attenta a dare risalto all’inttegrità del frutto e alla nitidezza aromatica, con un occhio al mercato e alle tendenze.

Aiace Salice Salentino Riserva Doc – Castello Monaci

Composto per l’80% da Negroamaro e per il 20% da Malvasia Nera di Lecce, questo vino è possente come il condottiero greco da cui prende il nome. Rosso rubino intenso, ha naso scuro e complesso con odori di sottobosco e terra bagnata, note minerali ferrose e note più dolci speziate. L’assaggio è morbido, rotondo ma potente, con tannini integrati e lunga chiusura.

Castello Monaci ha sede in una bianca cantina di tufo, isolante termico naturale, edificata negli anni ’70: nel sottosuolo trovano posto oltre mille barriques e 18 botti di rovere francese all’interno di una scenografica barricaia scavata nel tufo.

Menone Negroamaro Salento Igp – Marulli

Un vino sontuoso ottenuto esclusivamente da uve di Negroamaro da piante di 70 anni di età. Rosso rubino concentrato. Bouquet di piccoli frutti del sottobosco, di prugna matura e di ciliegia, con sfumature speziate e fragranze floreali. Sorso fresco e polposo, caldo e terroso, con tannino morbido e retrogusto amarognolo. Il finale è lungo.

Nata nel 1975 a Copertino, l’Azienda Vitivinicola Marulli ha cominciato a imbottigliare nel 2005 e dispone di circa 20 ettari di vigneto. L’azienda è guidata con lo spirito del vignaiolo tradizionale da Vito Marulli, agronomo. Alla sorella Francesca, enologa, è affidata la cantina.

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