Decreto sicurezza bisCi risiamo: Salvini parla di immigrazione, la sinistra parla di Salvini. E così vincerà sempre lui

Come col primo decreto sicurezza, le opposizioni inveiscono con Salvini brutto e cattivo, regalandogli centralità senza proporre alcuna soluzione alternativa. Un errore colossale, il più grande di tutti. Che regala al Capitano un vantaggio enorme su chiunque altro

Bene, è in cantiere il Decreto Sicurezza bis del ministro dell’internoMatteo Salvini. A proposito, dite la verità, il famoso Decreto Sicurezza vi ha stravolto la vita, vero? Ora state meglio sapendo che i disperati sono più bistrattati, che i rimpatri non rimpatriano e che i cenciosi stanno in mezzo alla strada pronti per essere additati? È cambiata la vostra condizione economica? Quella lavorativa? La serenità familiare? Bene, il Decreto Sicurezza bis raddoppia la dose. E non preoccupatevi, ci sarà il Decreto Sicurezza ter, il Decreto Sicurezza quater e così via, ogni volta che Salvini si avvicinerà a una figura barbina o a una discesa nei sondaggi sarà pronto un qualsiasi provvedimento che contenga la parola sicurezza, per non farvi desistere dalla guerra santa dei penultimi contro gli ultimi mentre lassù, i primi, brindano alla faccia vostra e continuano beatamente a farsi i fatti loro.

Però non è solo colpa di Salvini, diciamola tutta. Ci dicono che l’immigrazione sia il tema su cui Salvini batte per sconfiggere la sinistra. Ci dicono, tutti contriti, in attesa dei prossimi 70 morti, che da troppo tempo il tema degli immigrati occupa la scena pubblica. Fosse vero. Fosse vero forse si potrebbe dibattere davvero, anziché limitarsi a prendersela con il ministro dell’Interno.
Per dire, tra qualche giorno ci sono le elezioni europee? L’avete sentito? Ve ne siete accorti? Forse fareste meglio a informarvi bene: perché le elezioni europee non sono un semplice sondaggio da sbattere in faccia alla situazione politica italiana, come qualcuno vorrebbe convincervi a credere. No. Le elezioni europee sono quelle stesse elezioni che dovrebbero contenere – insieme al lavoro, allo sviluppo economico e tanti altri importanti temi – la soluzione del problema dell’immigrazione.

Le posizioni in campo sono queste, oggi: da una parte Salvini, che incrocia le dita affinché il problema-migranti non si risolva mai, per auto preservarsi come unico risolutore; dall’altra parte l’opposizione (e, a giorni alterni, i Cinque Stelle) che sul tema pensano che basti farci notare quanto è cattivo Salvini per convincerci a votarli. Nessuna soluzione alternativa. Nessun che si inserisce nel dibattito proponendo altro. Semplice semplice. Qualcosa di leggibile. Qualcosa che si riesca a spiegare a casa, al bar, in ufficio. La Libia si infiamma, nessuno riuscirà a fermare quelli che scappano dalla fame e dal piombo e l’Italia è l’approdo più vicino: questo è il dato di fatto. Salvini propone la chiusura dei porti (mentendo sapendo di mentire) e continua la sua guerra senza quartiere alle organizzazioni non governative. Gli altri che fanno? Inorridiscono, ok. E poi?

Si osanna Mimmo Lucano eppure oltre ai gesti e alle parole che provano a trasformarlo in feticcio non c’è nessuno che abbia il coraggio proporlo, declinato su scala nazionale

Vi anticipiamo: parlare di revisione del trattato di Dublino, con anneessa una seria ridistribuzione dei migranti tra i Paesi europei è una risposta che in molti portano sul tavolo, e c’è chi si è dato molto da fare, nello scorso Parlamento europeo, affinché ciò avvenisse. Il problema è che oggi la revisione del trattato di Dublino risulta praticamente impossibile dovendo ricevere l’unanimità del Consiglio Europeo. Ve la vedete la Polonia che vota per prendersi un po’ di profughi? O Orban? Dai, su non scherziamo. Nel frattempo, sperando che lascino presto spazio a leader più aperti e meno conservatori, che si fa?

Si osanna Mimmo Lucano, per dire, eppure oltre ai gesti e alle parole che provano a trasformarlo in feticcio non c’è nessuno che abbia il coraggio di di dire che con i migranti, ad esempio, si potrebbe ripopolare molti dei borghi italiani che sono diventati paesi fantasmi degni di un horror western. È semplice, no? Se il “modello Riace” piace così tanto perché non c’è nessuno che lo propone declinato su scala nazionale? Sapete perché? Perché dalle parti del centrosinistra hanno una paura fottuta di parlare di migranti, per paura di perdere voti, di giocare sul terreno di Salvini, di vedersi rinfacciate gli errori e le contraddizioni delle gestioni Alfano e Minniti. Così, preferiscono concentrarsi su Salvini orco senza perdere tempo nello spiegarci cosa farebbero al posto del ministro dell’inferno.

E quello, intanto, vince e convince. Di là muti. E lui con una soluzione (impraticabile, disumana, fallace) che in un dibattito che pervade senza nemmeno esistere alla fine vince.

Avanti così.

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