SoldiFacebook lancia la sua criptovaluta: ecco perché è una rivoluzione che cambierà l’economia mondiale

Oggi Mark Zuckerberg presenterà il progetto "Libra" per creare una criptovaluta stabile che concorrerà con il dollaro e l'Euro. Thomas Bertani, ceo di Eidoo: "Facebook vuole creare l’alternativa alle monete nazionali e sarà la valuta principale nei Paesi più poveri del mondo, per incominciare"

CHIP SOMODEVILLA / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / AFP

Si chiama Libra e cambierà l’economia mondiale. Oggi Facebook presenta la sua criptovaluta globale con cui vuole rivoluzionare il sistema bancario mondiale, fare concorrenza agli Stati e battere moneta. Online, si intende. Oggi non vedremo Mark Zuckerberg mostrare il primo bitcoin di Facebook. Sarà qualcosa di più ambizioso. Il fondatore di Facebook presenterà il “progetto Libra”. Sappiamo già alcuni dettagli: qualche settimana fa Facebook ha creato in Svizzera una fondazione indipendente che controllerà la criptovaluta globale. Non sarà un bitcoin, perché è disegnata per essere più stabile delle comuni monete crittografate, o criptocurrency che dir si voglia, più soggette alla volatilità di prezzo e speculazioni. Tradotto: il prezzo di Libra sarà legato a quello di una risorsa reale. Si pensa già a un paniere di valute di vario tipo che contenga anche dollaro, Euro e altri asset. Sarà operativa tra un anno e promette di non fare prigionieri. Con questa scommessa Facebook si gioca il suo futuro. Non sarà più un semplice social network, ma una piattaforma che permetterà agli utenti di Instagram, Messenger e Whatsapp di gestire e scambiarsi denaro in un unico luogo online, con la stessa facilità con cui si manda un messaggio. «Facebook vuole creare l’alternativa alle monete nazionali», spiega Thomas Bertani, ceo di Eidoo, la più importante e prestigiosa startup fondata da italiani che permette di conservare, convertire e spendere criptovalute. «Libra non replicherà le caratteristiche dei bitcoin, dell’oro o altri asset di questo tipo. Facebook sta cercando di costruire digitalmente una moneta che potrà essere considerata migliore rispetto alle valute nazionali a corso legale che utilizziamo tutti i giorni».

Fermi tutti: è legale? Solo a pronunciare ad alta voce l’idea dei minibot rischia di crollare l’eurozona e Zuckerberg può costruirsi una moneta da solo che farà diretta concorrenza alle banche centrali nazionali? Non proprio. Il garante non sarà il fondatore di Facebook, ma una federazione di enti pronti a dare credibilità al progetto. Facciamo qualche nome: Paypal, Booking, Visa, Mastercard. Ma potrebbero essere anche altre aziende di fintech o banche. Sarà la Libra foundation a “battere moneta”, mentre Facebook garantirà la piattaforma. Di solito nel settore blockchain si danno delle garanzie di tipo matematico a queste criptovalute. Per esempio per creare un Bitcoin bisogna dimostrare grazie a un meccanismo matematico e alla teoria dei giochi l’impossibilità di andare contro il sistema e creare moneta falsa. «Quando non si vogliono dare garanzie matematiche si usa il metodo della federazione. Cioè enti fidati e credibili garantiscono la validità delle transazioni», chiarisce Bertoni. «Le aziende mettono in gioco la loro reputazione. Promettono di seguire le regole della nuova moneta e ci mettono la faccia. Si potrà vedere pubblicamente sulla blockchain il voto che ogni ente ha dato a una transazione». Legalmente non sarebbe una moneta emessa da Facebook ma dalla fondazione non profit e trasparente dove tra i fondatori principali risulta anche Facebook. Il colosso di Zuckerberg per ora sta abilitando e organizzando la struttura che potrebbe diventare a breve un nuovo sistema monetario sovranazionale. Un escamotage reputazionale, Facebook agirebbe dietro le quinte.

Qualcuno potrebbe farsi due conti: con un account Facebook, un’offerta di beni e servizi adeguata da parte del social network e una connessione internet, un abitante dello Zimbabwe o del Venezuela potrebbe voler ricevere lo stipendio in Libra invece della moneta locale instabile e inflazionata di continuo


Thomas Bertani, Ceo di Eidoo

Perché fare una scommessa del genere? Facebook aumenterebbe la sua reputazione e influenza. E sarebbe riconosciuto a livello mondiale come un ente fidato sovranazionale. Non male per un social network nato nel 2004 per classificare le ragazze più belle. «L’opinione pubblica non capirebbe la sfumatura della fondazione, e penserebbe che Facebook emette moneta. Se i vari merchant, (Visa, Mastercard) staranno al gioco accettare la moneta del social network sarebbe come accettare un franco svizzero. Tutto sta nelle credibilità dell’istituzione». Se ci pensate non usiamo l’Euro nei nostri pagamenti quotidiani in modo spontaneo. Anzi, alcuni preferirebbero tornare alla Lira. Usiamo l’Euro perché è l’unica moneta che lo Stato italiano accetta per riscuotere le tasse, e pagarle è obbligatorio. In gergo tecnico si dice moneta fiat, dal latino “e così sia”, un’imposizione dall’alto. Sappiamo che qualcuno accetterà questa moneta in futuro, cioè lo Stato e di conseguenza ci fidiamo che abbia un valore.

La nuova moneta di Facebook darà fastidio agli Stati nazionali. E in particolare potrebbe rubare una bella fetta di mercato al dollaro statunitense. Prendiamo ad esempio lo Zimbabwe dove la fiducia alla banca centrale è così bassa che le persone preferiscono scambiare il dollaro statunitense e non accettare la moneta locale. Libra potrebbe diventare la loro moneta ideale. «Qualcuno potrebbe farsi due conti: con un account Facebook, un’offerta di beni e servizi adeguata da parte del social network e una connessione internet, un abitante dello Zimbabwe o del Venezuela potrebbe voler ricevere lo stipendio Libra invece della moneta locale instabile e inflazionata di continuo». L’intento di Facebook è quello di creare una moneta che l’utente voglia mantenere e non scambiare con un altro asset, proprio come il dollaro statuintense. Detto questo nella fase iniziale ci potrebbero essere degli exchange, ovvero scambiare libra con un altro asset: oro, dollari, euro. «Dare la possibilità di uno scambio e convertibilità abilità anche i più dubbiosi ad accettare la moneta», spiega Bertani.

Per il settore della blockchain l’esperimento di Facebook è una rivoluzione per il coraggio ma una delusione nella tecnica. Anzi, a dire il vero di blockchain in senso stretto ha ben poco. «Ci sono degli strumenti disegnati e testati più potenti e convincenti perché oltre alla reputazione di enti della Federazione permettono di dare garanzie matematiche più oggettive. A Facebook non interessa perché la loro reputazione è convincente a sufficienza. È come una garanzia 99%. Darla al 100% significherebbe complicare tecnicamente di molto la cosa. Nel mondo reale basta il 99%». Ecco, Facebook è come Falqui, basta la parola. L’operazione Libra attirerà l’attenzione di grandi operatori istituzionali e privati nel mondo della blockchain. Il problema finora è sempre stato quello della fiducia. Le grandi aziende hanno sempre visto come troppo rischioso e molto costoso l’avventura delle criptrovalute. Si rischia di fare il lavoro iniziale e di spianare il cammino ad altri ma di doversi sobbarcare tutti i rischi e i costi. Per questo finora la blockchain è sperimentata solo da start up piccole. L’avvento del social network blu cambia tutto.

Facebook diventerà come Paypal? Non proprio. Paypal è semplicemente un meccanismo tecnologico che abilita i trasferimenti in euro, dollari o altre valute classiche. Con Libra sarebbe diverso. Si trasferirebbe una moneta non convenzionale supportata da Facebook. «E dire che Paypal nel suo primo business plan come start up aveva proprio l’idea di creare una moneta elettronica». Un po’ come se Zuckerberg avesse realizzato il sogno di Elon Musk, fondatore di Paypal. In attesa di vederlo sognare la corsa alla luna.

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