Per fare un film basta un produttore (che trova i soldi), gli attori (che recitano), il regista (che lo dirige) e tutta la troupe dei tecnici. Ma per fare un buon film serve, più di tutto, un segretario di edizione. Quello che in inglese è chiamato “script supervisor”, o “continuity supervisor” e si occupa di un aspetto non secondario del film: evitare che si facciano errori in scena. Non si parla delle battute o della sceneggiatura (sui quali non può nulla, o quasi), ma di tutte quelle imperfezioni, sbadataggini, sviste che contribuiscono a rendere sciatti o addirittura ridicoli alcuni spezzoni.
Si va dagli orologi puntati su orari incorenti con la storia ai veri e propri svarioni compiuti con l’arredo scenico, fino alla necessità di mantenere la cosiddetta “continuità dello sguardo”: se l’interlocutore è in piedi, l’altro nel controcampo non può, da seduto, guardare come se fosse fisso davanti a sé.
Tutte cose che possono sfuggire agli spettatori più distratti ma che sono pugni negli occhi in quelli più attenti, per non parlare dei professionisti del settore. In una inquadratura il personaggio ha una cravatta viola e in quella successiva è verde? Malissimo. Soprattutto se poi torna ad averla viola (miracoli del montaggio, come è ovvio). L’altro personaggio ha in mano un bicchiere e nell’istante successivo il bicchiere è sul tavolo? Gravissimo, anzi: da ridere. Sono cose piccole, certo. Ma possono influire sulla riuscita generale degli attori e sulla resa realistica della vicenda. Come spiega questo bel video di Vanity Fair, la script supervisor Martha Pinson, illustra tutti gli errori che si possono vedere su una semplice scena di un film. Lo spezzone è inventato, ma a una prima visione sarebbe difficile coglierli tutti. Lei lo fa, e forte della sua esperienza di assistente di Martin Scorsese, riesce a farli notare a tutti.