Record di una voltaAltro che Messi: lo sportivo più pagato di tutti i tempi è l’auriga Gaio Apuleio Diocle

Il calciatore argentino ha un bel gruzzoletto, ma i suoi 127 milioni di dollari impallidiscono di fronte ai 35.863.120 sesterzi guadagnati dall’antico romano

da Wikipedia

No, non è Lionel Messi. Nonostante il buon posizionamento del giocatore del Barcellona, non è lui lo sportivo più pagato di sempre. Di sicuro i suoi 127 milioni di dollari gli consentiranno di passare una vecchiaia serena (a lui e ai suoi trisnipoti) ma non gli danno il brivido del primato.

Altri hanno guadagnato di più, molto di più: si pensi solo che Maywather Jr. intasca 785 milioni di dollari, o che Arnold Palmer, campione di golf statunitense, arriva a 1.400 milioni. E sopra di lui c’è sempre l’inarrivabile Michael Jordan, stella della Nba del tempo che fu, con i suoi 1.850 milioni di dollari.

Eppure, nemmeno Air Jordan può considerarsi lo sportivo più pagato di sempre. Meglio di lui ha fatto, e continua a fare, Gaio Apuleio Diocle. Proprio così, il campione-auriga romano del II secolo d.C., esperto nel guidare la quadriga (un carro con quattro cavalli) e famoso anzi celebre per le sue vittorie all’ultimo secondo nelle quali aspettava la fine per rimontare sugli avversari. Ecco, lui si che guadagnava molto. Secondo i resoconti dell’epoca, il totale delle sue vittorie avrebbe raggiunto i 35.863.120 sesterzi, più o meno 2.600 chili d’oro che, tradotti in moneta di oggi (o meglio, nel 2011), significano la bellezza di 15 miliardi di dollari. Una cifra assurda: con quei soldi Apuleio Diocle poteva permettersi di dar da mangiare a tutta la città di Roma per un anno intero.

Arrivato dalle periferie dell’impero, il campione nato a Lamecum, nell’odierno Portogallo, comincia a farsi notare per la sua bravura nelle corse dei cavalli fin dalla gioventù. Le sue vittorie sui circuiti locali lo fanno diventare famoso e, nel giro di poco, approda a Roma, dove si fanno i veri soldi e soprattutto, dove si può trovare la gloria. Qui si impone con forza, costanza e un cavallo ducenarius molto veloce.

Vince 1.462 gare alla quadriga su 4.257, e si piazza (perlopiù secondo) in altre 1.438, per un totale di 2.900 risultati utili. Un prodigio. La sua abilità, il suo controllo e il sangue freddo, molto lodati dalle cronache dell’epoca, gli permettono di inventarsi forme di spettacolo nuove (come, appunto, la rimonta all’ultimo metro) che esaltavano gli animi degli spettatori e mandavano in delirio le folle. Il Circo Massimo era tutto per lui, e la sua presenza faceva tutto esaurito al botteghino.

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