Gli effetti del decreto “sblocca cantieri” sugli appalti cominciano a vedersi. E non sono positivi. Uno dei primi bandi aggiornati con le nuove regole del decreto appena convertito in legge ha attirato l’attenzione degli edili della Fillea Cgil, che in questi giorni stanno cominciando a raccogliere le segnalazioni. Si tratta di un bando pubblicato a Vobarno, in provincia di Brescia, destinato all’appalto per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza sismica di una scuola. Con una base d’appalto al di sotto della soglia comunitaria, il decreto prevede di applicare criterio del massimo ribasso per la scelta del vincitore, ribaltando di fatto il codice degli appalti. E il bando segnalato a Brescia è appena tremila euro sotto soglia. «Se applichi il criterio del massimo ribasso da qualche parte devi tagliare», dice Ibrahima Niane, segretario generale della Fillea di Brescia. «E poi perché l’appalto è appena tremila euro sotto la soglia comunitaria? Qualche dubbio ci viene».
Il bando prevede che la centrale unica di committenza della comunità montana della Valle Sabbia, che raduna 25 comuni del bresciano, appalti i lavori. La gara, spedita il 17 giugno e pubblicata il 20 giugno sulla Gazzetta europea, ha un importo di 5.545.000 euro. «Questo valore, di appena tremila euro sotto soglia comunitaria, ha permesso alla stazione appaltante di scegliere il prezzo più basso. Il criterio di aggiudicazione quindi è quello del minor prezzo, che premia l’offerta il cui prezzo più si avvicina alla media dei ribassi, invece dell’offerta economicamente più vantaggiosa», spiega il sindacalista. E il pericolo qui è che «escludendo l’offerta economicamente più vantaggiosa come criterio per appaltare i lavori, assisteremo a un ulteriore compressione dei diritti, del salario e della sicurezza dei lavoratori», dice Niane. «Inoltre si corre il rischio che la qualità delle opere realizzate e dei materiali non sia quella prevista dal capitolato di appalto». Senza dimenticare che spesso, a poter applicare ribassi anche del 50%, sono le imprese colluse con la criminalità, che al contrario di quelle pulite non hanno problemi di abbattimento dei costi e liquidità.
Se applichi il criterio del massimo ribasso da qualche parte devi tagliare. E poi perché l’appalto è appena tremila euro sotto la soglia comunitaria? Qualche dubbio ci viene
L’avviso scade il 23 luglio. Il cantiere avrà una durata di 730 giorni. La Fillea ha già incontrato le altre sigle di categoria della Cisl e Uil locali e ha chiesto di poter istituire un tavolo con la stazione appaltante e il comune di Vobarno per avviare la contrattazione di anticipo, in modo da tutelare i lavoratori con l’applicazione del contratto collettivo nazionale edile, il rispetto delle norme sulla sicurezza e dei criteri ambientali. «L’idea è quella di creare un protocollo di prevenzione che da Brescia poi possa servire anche per i futuri appalti post sblocca cantieri», spiega il sindacalista.
«Non possiamo tollerare in nessun caso che il criterio di aggiudicazione della gare sia soltanto il massimo ribasso, lo sblocca cantieri non convince perché la filosofia del decreto si base su una cultura “deregolatoria” che è un’idea sbagliata», ribadiscono dal sindacato. «Non è corretto sospendere il codice degli appalti (anche in modo temporaneo) per giustificare il decreto sblocca cantieri. Chiediamo l’applicazione delle norme che garantiscono un corretto riconoscimento contratto di lavoro e l’applicazione di tutte le azioni preventive in materia di sicurezza sul lavoro. Su di questa bisogna investire, non risparmiare».
Senza dimenticare la questione dei subappalti. Il decreto, nella versione finale, prevede un’innalzamento della percentuale di subappalti massima di un’opera dal 30 al 40%. Anche se il testo, prima della conversione definitiva, si spingeva addirittura fino a una soglia del 50%, quella riportata nel bando di Brescia. Modifiche temporanee, che se non confermate verranno meno dal 31 dicembre 2020, ma che fanno comunque strada a quelle scatole cinesi degli appalti dove spesso le regole si perdono in mille rivoli. Soprattutto perché il decreto elimina l’obbligo di indicare, nel momento di presentazione dell’offerta, la terna di nominativi di subappaltatori, che in precedenza era previsto per le gare sopra soglia o per quelle particolarmente esposte alle infiltrazioni della criminalità organizzata.